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LE CAPACITÀ DI PROIEZIONE DELL’ARMA: L’IMPORTANZA STRATEGICA DELLESUE PECULIARITÀ
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di stabilità” (la NATO Stability Policing ), che consiste in un assetto interoperabile
con lo strumento militare, ma anche versatile e capace d’interfacciarsi con i diver-
si livelli di forze. Un significativo esempio di coordinamento tra polizie interna-
zionali si è avuto quando nel luglio 2011le forze NATO si sono impegnate a
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riconfigurare la Afghan National Police (ANP) , istituzione contraddistinta da pro-
blematiche di disciplina, trasparenza ed inefficienti relazioni di comando; nello
specifico, si è proceduto con una revisione nelle modalità di selezione del perso-
nale da arruolare e nella successiva fase formativa ed addestrativa, impostata e
coordinata dal CoESPU. Le finalità del CoESPU si esplicano nell’addestrare i pea-
cekeepers secondo programmi formativi che compendiano aspetti sia professionali
che psicologici, configurando in tal modo una dottrina della gestione dell’ordine
pubblico nel pieno rispetto delle tradizioni e consuetudini delle culture locali.
Sino alla formazione del CoESPU, non erano attivi all’interno della compo-
nente formativa dei Carabinieri specifiche strutture per ufficiali selezionati per
impieghi all’estero con funzioni di capacity building. È nel 1998 che si configura un
primo importante passo verso l’ampliamento in senso strategico dell’impianto
addestrativo di proiezione con la creazione della Multinational Specialized Unit
(MSU), che ha visto il suo primo impiego in Bosnia nel 1997. La MSU, strutturata
sul 7° e il 13° Reggimento, fornisce addestramento tattico per le unità che operano
in aree di conflitto secondo un criterio di rotazione delle unità atto a garantire la
presenza costante in OA. Questa unità, nata da un’idea rivoluzionaria, ha costituito
nel tempo un format operativo di riferimento a livello globale per la definizione di
nuovi ruoli e missioni per la Polizia. Concetti quali stability police e security gap , che
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rappresentano i fondamenti del MSU, hanno generato un processo di assesment e
di elaborazione dottrinale in continua evoluzione, la cui implementazione unifor-
ma le attività operative all’interno di numerose Organizzazioni Internazionali .
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17 Tra i principali obiettivi della policy rientrano scambio di esperienze, crisis management, gestione
dell’ordine pubblico in situazioni di guerra civile, certificazioni di protocolli di azione inter-
disciplinari, addestramento e formazione militari basiche, gestione dello stress, interoperabi-
lità tra reparti di Polizia di Stabilità NATO e ONU.
18 Si veda in US Army Advisors in Afghanistan, Eyewitness to War, Combat studies Institute Press, 2009, Vol. III.
19 Per stability police si intendono le attività legate a rafforzare o a sostituire la polizia locale, al
fine di contribuire al ripristino e al mantenimento dell’ordine pubblico, della sicurezza pub-
blica e del rispetto e della protezione dei diritti umani. Per security gap si intende una valuta-
zione delle lacune di sicurezza ed un’analisi approfondita delle difese di sicurezza dell’orga-
nizzazione o dello Stato. Lo scopo è quello di evidenziare i “gap” tra lo stato attuale di sicu-
rezza e lo stato desiderato, tenendo contro degli standard nello specifico settore.
20 Tra queste la 7 sessione addestrativa del progetto European Union Police Training 2011-2013, a
a
cui hanno partecipato agenzie di sicurezza di alcuni Paesi dell’Unione Africana, la
Gendarmerie francese, la Guardia Civil spagnola, la Gendarmeria romena e la Marechaussee
olandese; si veda in proposito https://www.vicenzareport.it/2014/09/15/esercitazione-
internazionale-coespu-vicenza/.
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