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DOTTRINA




                  d)all’effettuazione di attività direttamente finalizzate al controllo del terri-
             torio (il reclutamento di fedelissimi, nuova versione dei “bravi” di manzoniana
             memoria; l’offerta di occasioni di lavoro al fine dell’acquisizione del consenso;
             il finanziamento del voto di scambio; la “coltivazione” di opache relazioni con
             ambienti politici, amministrativi, finanziari).
                  L’investimento nel mercato legale (senza bisogno di ricorrere all’intimi-
             dazione)  produce  effetti  devastanti,  poiché  altera  in  modo  irreversibile  le
             dinamiche concorrenziali e i sottostanti equilibri. Infatti, mentre gli impren-
             ditori che operano nella legalità si procurano i capitali mediante il ricorso ai
             canali ordinari del credito, pagando gli interessi agli istituti bancari, le imprese
             criminali dispongono a tasso zero di ingente liquidità derivante dai delitti e di
             essa fanno uso per finanziare le pratiche corruttive e le politiche di vendita
             sottocosto, in tal modo assicurandosi la conquista di ulteriori porzioni di mer-
             cato. Quand’anche l’imprenditore criminale - grazie alla veste legale- volesse
             muoversi come normale agente dal mercato (ma lo “spirito animale” è sem-
             pre pronto a riaffiorare), per il fatto stesso di disporre in una situazione di
             vantaggio di ingenti capitali a costo zero si troverebbe nella condizione di
             diversificare gli investimenti, di concorrere nelle gare d’appalto, di imporre e
             perpetuare  la  propria  presenza  economica  oligopolistica  o  monopolistica
             allontanando gli eventuali imprenditori interessati e sovvertendo le regole del
             mercato. Financo potrebbe aspirare al controllo «politico» del territorio e/o
             del settore finanziario, con conseguente effetto moltiplicatore del potere eco-
             nomico e sociale.
                  I risultati: la fuoriuscita degli imprenditori onesti dai settori oggetto di
             infiltrazione, l’assoggettamento ai nuovi arrivati (ad es. consentendo a quest’ul-
             timi l’investimento nell’azienda e/o l’accesso nella compagine sociale o nel con-
             siglio di amministrazione), l’auto-limitazione, al fine di non turbare gli homines
             novi, perfino il ricorso a condotte illegali (ad es. gli illeciti fiscali) quando non
             siano disposti a recedere.
                  Nel primo caso, l’effetto immediato è la rovina dei dipendenti licenziati
             dall’impresa che si trasferisce e l’inserimento delle aziende del cosiddetto indot-
             to  nell’orbita  del  nuovo  attore  economico.  Nel  secondo  caso  l’imprenditore
             legale operando d’intesa con il criminale o sulla base delle sue direttive parteci-
             pa di fatto al sistema illegale, quindi ne diventa complice.
                  Nel terzo caso il potenziale sviluppo economico del territorio è inibito e
             il tessuto sociale deperisce. Inquinamento del settore legale dell’economia, oli-
             gopolio/monopolio,  instabilità  bancaria,  sfruttamento  del  lavoro,  riduzione
             della tutela dei diritti della persona sono gli effetti nefasti del reimpiego dei pro-

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