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CONSIDERAZIONI SUL BATTLEFIELD EVIDENCE COLLECTION E
SUL CRIME SCENE INVESTIGATION
ricerca, documentazione, repertamento e conservazione delle fonti di prova,
con redazione del conseguente verbale relativo alle operazioni svolte. In tale
quadro appaiono evidenti le similitudini con le Sezioni di Intervento Operativo
dei Reparti Investigazioni Scientifiche (RIS) dell’Arma dei Carabinieri.
Il secondo livello, anch’esso operativo in teatro, appare come una struttura
con analogie, sia per strumentazioni che professionalità impiegate, ai laboratori
del RIS.
Tuttavia la modularità, che caratterizza i laboratori dislocabili in teatro
operativo, rappresenta una delle principali peculiarità, peraltro fondamentale
per gli aspetti logistici connessi con il trasporto.
Generalmente tali unità operative sono strutturate con moduli destinati al
comando e controllo, alla produzione di referti contenenti gli esiti analitici, allo
stoccaggio dei reperti, al triage e a specifiche discipline (ad esempio, Forex, Elex,
Chemex, ecc.), in base alle necessità cogenti.
Per valutazioni che implicano un maggior grado di complessità, o laddove
le discipline richieste non siano disponibili, le analisi vengono condotte da labo-
ratori dislocati al di fuori dal teatro operativo, a volte nei laboratori forensi
comunemente attivati nei casi di eventi sul territorio nazionale. Questo viene
considerato il terzo livello.
6. Considerazioni conclusive
Come si evince da quanto sopra riportato, le convergenze nel battlefield evi-
dence collection e nel crime scene investigation portano queste due discipline ad avere
numerose analogie che agevolano, supportate anche da progetti specifici come
Mi-LEx , il dialogo tra la componente green (militare) e blue (forze di polizia).
(20)
In linea generale, tra le similitudini più evidenti si riscontrano il necessario
primo accesso alla scena, l’attività di documentazione, articolata in una plura-
lità di approcci e comprendente, laddove ve ne sia utilità, l’utilizzo di droni;
(21)
l’applicazione dei search patterns, che consentono di massimizzare l’individua-
zione delle evidenze, riducendo il rischio di bias dettati dalla presunzione che
la propria esperienza professionale sia un confacente sostituto rispetto a
l’attacco e provvede, in tempi più o meno ristretti a seconda dell’ambiente in cui ci si trova
ad operare, a documentare la scena e repertare le tracce necessarie da inviare al secondo livello.
(20) Mi-LEx è stato proposto da Interpol nel 2005, con il progetto Vennlig in Iraq e Siria, e suc-
cessivamente replicato con Progetto Hamah in Afghanistan, entrambi sviluppati per contra-
stare i foreign terrorist fighters (FTF).
(21) Descrittivo, planimetrico, fotografico e video. Quest’ultimo è particolarmente valorizzato nel
battlefield evidence collection in quanto consente contemporaneamente di documentare gli spazi
e di registrare dei commenti vocali.
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