Page 188 - Rassegna 2023-3
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INFORMAZIONI E SEGNALAZIONI




                  Le tensioni regolatorie e di monitoraggio dei flussi commerciali, finanziari
             e aziendali sono ben presenti sia negli Stati Uniti che in Cina, ecosistemi politici
             in cui l’esigenza all’innovazione e all’evoluzione economica convivono costan-
             temente con la priorità di proteggersi dalle ingerenze altrui.
                  In Cina: “la ricchezza non può minare la stabilità, ovvero i legami sociali
             così come sono intesi dal Partito e il legame tra il Partito e la Società (…). Non
             esiste una “neutralità” dei processi tecnologici: vanno giudicati per le loro impli-
             cazioni sociali e antropologiche. Non possono essere esenti da giudizio o pre-
             sumere un’autodichia che deriva dal successo. Il Partito può sempre imporre la
             “livella”, anche se c’è un prezzo di sviluppo da pagare” .
                                                                  (7)
                  Negli Stati Uniti, in cui le considerazioni legate alla sicurezza nazionale
             diventano criterio di sbarramento per la possibilità di un’azienda di investire,
             commerciare e proliferare, il sanzionismo, utilizzato come strumento di difesa
             e di attacco: “indebolisce la capacità di un sistema di forgiare alleanze e proiet-
             tare potenza (…) colpisce l’attrattività dei mercati e aumenta i costi della pene-
             trazione economica” , costituendo assieme una risorsa per la tutela dell’econo-
                                 (8)
             mia nazionale, ma anche un freno all’apertura a nuove possibilità.


             3.  Conclusioni
                  Prezioso dal punto di vista contenutistico e degli spunti di riflessione, il
             saggio di Aresu - alla luce dei criteri interpretativi introdotti precedentemente -
             consegna al lettore un’analisi dello scontro fra Stati Uniti e Cina in ambito tec-
             nologico che diventa paradigma di una più ampia interpretazione delle relazioni
             conflittuali dell’arena internazionale. Di fatto, esse non si estrinsecano più nella
             guerra tradizionalmente intesa, ma si manifestano nella contrapposizione per
             l’accesso alle terre rare; per la produzione in piccolissima scala dei semicondut-
             tori; per la creazione di nuovi talenti in ambito tecnologico; e, soprattutto, per
             il controllo di processi produttivi sempre più complessi e critici.
                  In  questo  contesto  i  veri  protagonisti  non  sono  più  esclusivamente  gli
             stati, ma anche le grandi aziende, gli ingegneri informatici, i visionari del mondo
             della  tecnologia  che  regola  le  nostre  esistenze  e  influenza  sempre  di  più  le
             nostre scelte come consumatori, come elettori e, soprattutto, come cittadini.





             (7)  Ibidem, p. 87.
             (8)  Ibidem, p. 111.

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