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ANALISI CHE FANNO LUCE SULLA COMPLESSITÀ DEL MONDO
Dall’altra, gli Stati Uniti, attraverso il complesso sistema delle sanzioni,
non si fanno cogliere impreparati e utilizzano l’arma economica non solo per
difendersi dalla concorrenza degli avversari, ma anche per: “proseguire la guer-
ra con altri mezzi, parafrasando Clausewitz (…) oppure congelare uno scenario
di guerra. O, ancora, per tentare di focalizzare il conflitto su ciò che conta vera-
mente per indebolire il nemico (…)” .
(4)
Il terzo pilastro concettuale esposto da Aresu rappresenta anche il filo
conduttore di tutti i temi trattati nel testo e riguarda il materialismo digitale. Di
fatto, come sottolinea Aresu, la tecnologia: “(…) si alimenta sulla base di inte-
razioni materiali, spazi e oggetti: le catene del valore, le miniere, le fabbriche, i
chip, le batterie, i centri di stoccaggio e raffinazione, i robot, i pacchetti, i cavi
sottomarini, i satelliti, i laboratori, l’organizzazione logistica” ed è ormai evi-
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dente che non è possibile comprendere il mondo senza ricordarsi della dimen-
sione materiale di tutto ciò che viene utilizzato dal punto di vista tecnologico.
Soprattutto, non è possibile capire le dinamiche conflittuali dell’era contempo-
ranea se non vengono considerati i vari snodi critici sottesi alla produzione di
ogni singola componente che caratterizza gli strumenti tech che utilizziamo quo-
tidianamente come singoli users e come collettività.
Non tenere in considerazione questo aspetto significherebbe perdere di
vista ciò su cui si confrontano le grandi potenze, prime su tutte la Cina e gli Stati
Uniti, che si contendono non solo il primato dal punto di vista capitalista del
profitto e dell’esclusività industriale, economica e finanziaria, ma anche il potere
di decidere a chi fornire l’accesso a determinati strumenti tecnologici.
Il quarto ed ultimo elemento concettuale innovativo introdotto da Aresu è
legato al costo effettivo delle scelte in un mondo sostanzialmente diviso, piut-
tosto che unificato, dai processi globali. Infatti, come afferma lo stesso studioso:
“(…) vivere in un mondo che si deglobalizza (…) richiede abituarsi a concetti
come sicurezza, riserve, diversificazione [che] implicano trasformazioni”
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costose o dal punto di vista valoriale o dal punto di vista economico.
Si tratta, in sostanza, di stabilire delle priorità in un mondo in cui la com-
petizione non si estrinseca più - o meglio non solo - nelle arene tradizionali, ma
anche e soprattutto sulle scrivanie dei top managers delle aziende leader nel settore
tecnologico e nelle scrivanie delle istituzioni imputate al controllo degli investi-
menti provenienti dall’estero e della compliance delle aziende nazionali e inter-
nazionali alla legge del Paese in cui si intende investire.
(4) Ibidem, p. 104.
(5) Ibidem, p. 45.
(6) Ibidem, p. 46.
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