Page 40 - Rassegna 2023-3_inserto
P. 40

INSERTO




                  Saluto  le  autorità  presenti,  il  ministro  Piantedosi  e  il  presidente  del
             Copasir, Guerini. Saluto con grande affetto Eugenio Occorsio e la sua famiglia,
             ringrazio  di  cuore  l’Arma  dei  Carabinieri  che  ci  ospita  in  quanto  la  Scuola
             Ufficiali è protagonista della campagna “La Giustizia adotta la scuola”, l’inizia-
             tiva della Fondazione per portare tra i giovani i temi della legalità anche attra-
             verso l’esempio del magistrato che aveva istruito i processi più importanti degli
             anni bui del nostro paese: quello sul piano Solo e sul Sifar, le prime inchieste
             sulla loggia P2, poi le indagini sulla strage di Piazza Fontana che lo portarono
             a scoprire la pista nera, tanto azzeccate da farne decretare l’assassinio per mano
             di un killer come Concutelli. E qualche giorno fa l’opinione pubblica ha appre-
             so che Paolo Bellini, condannato in primo grado all’ergastolo proprio per la
             strage di Bologna è stato arrestato ma per un fatto collaterale, minacciava di
             ammazzare la moglie che lo aveva riconosciuto nel video girato da un turista il
             2 agosto del 1980 mentre si allontanava dopo la strage.
                  Io ero poco meno di adolescente tra la fine degli anni Sessanta e la fine
             degli anni Settanta ma ricordo bene Roma spesso devastata dalla guerriglia urba-
             na  e  troppe  giornate  scandite  dall’eco,  che  spesso  era  autentica  paura,  degli
             agguati terroristici, operazioni vili contro persone che si recavano o tornavano
             dal  lavoro,  che  nella  grandissima  parte  dei  casi,  come  purtroppo  anche  per
             Vittorio Occorsio, non avevano scorta, erano indifesi. Ricordo le persone che si
             affollavano davanti alle edicole per leggere i titoli dei giornali del pomeriggio.
             Non dobbiamo mai dimenticare questi passaggi dolorosi della storia del nostro
             paese, non dobbiamo dimenticarli per non ripeterli. Quella che venne e viene
             chiamata strategia della tensione, il tentativo di sovvertire le istituzioni democra-
             tiche tramite il terrorismo, fu alla fine contrastata con successo e senza per que-
             sto dover intaccare le fondamenta dello stato di diritto, e ciò va sottolineato.
             Anche per questo non dobbiamo aver timore di dire che Vittorio Occorsio e le
             altre vittime del terrorismo nero o rosso sono eroi della vita civile italiana: allora
             erano uomini che facevano il proprio dovere nonostante conoscessero il perico-
             lo, perchè sapevano che era giusto andare avanti per innato senso del dovere. Noi
             oggi sappiamo, e dobbiamo dirlo forte soprattutto nelle scuole, quelle che deb-
             bono essere capaci di accogliere i giovani come studenti e di restituirli cittadini,
             che se solo il magistrato Occorsio e le altre vittime del terrorismo avessero avuto
             un accenno di dubbio o un grammo di paura oggi il paese non sarebbe lo stesso.
                  E qui il figlio Eugenio può testimoniare che il giorno dopo, ripeto il gior-
             no dopo, l’assassinio di suo padre, lui andò all’Università a sostenere l’esame
             che aveva preparato. Era il suo modo di onorare il padre, il suo impegno, il suo
             successo pagato a carissimo prezzo nelle indagini. Allora era la normalità, oggi

             38
   35   36   37   38   39   40   41   42   43   44   45