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INTERVENTO DEL DOTTORE STEFANO LUCCHINI
dobbiamo saper dire che si trattava
di una disciplina del dovere che pur-
troppo talvolta fatichiamo a ritrova-
re ma che può espandersi soltanto
attraverso il seme della memoria,
del giudizio storico veritiero. Il
magistrato Occorsio voleva capire
prima di giudicare, capire perchè dei
giovani scegliessero certe strade.
Noi dobbiamo mettere nella società
che i giovani stanno costruendo gli
anticorpi, anche qui attraverso la
conoscenza dei fatti e il riconosci-
mento del valore, del coraggio e del
sacrificio delle persone come
Vittorio Occorsio.
Vedete, il rischio che corriamo
è semplice: tra tensioni internaziona-
li mai così acute da decenni (la guer-
ra della Russia in Ucraina e il confronto Cina-Usa nel Pacifico), le conseguenze
sui costi dell’energia e dunque sull’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse per
contrastarla, le preoccupazioni concrete delle persone sono purtroppo prevalen-
temente quelle del carrello della spesa che costa quasi l’undici per cento in più, il
peso crescente dei mutui e delle bollette. Dunque, le istituzioni e i corpi sociali,
le imprese, le banche debbono lavorare compatte per far fronte alla crisi e tenere
salda la coesione sociale poichè la storia degli anni di piombo ci insegna che è
proprio nelle difficoltà materiali che si fanno strada le scorciatoie, le illusioni che
generano mostri, che fanno vittime innocenti. Occorre aiutare i più deboli da
una parte e dall’altra mettere in campo una programmazione economica capace
di cavalcare le sfide del futuro, dall’ambiente, alla demografia allo spazio, e riatti-
vare quell’ascensore sociale che per la nostra generazione è stato fondamentale.
Ma, e qui torno al cuore del nostro incontro, nello stesso tempo dobbia-
mo fare di più per mantenere viva la memoria di Vittorio Occorsio e delle altre
vittime del terrorismo. C’è un luogo deputato, ed è la scuola: dobbiamo coin-
volgere insegnanti e studenti in un forte rilancio delle ore di educazione civica,
dove devono trovar posto anche gli eroi più vicini a noi, quelli di fatto trascurati
magari per non impegnare giudizi su eventi ritenuti troppo recente oppure per-
ché spesso i programmi arrivano al massimo alla seconda guerra mondiale.
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