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INSERTO

La Fondazione è nata grazie all’iniziativa di Giovanni e di mio figlio
Vittorio. In piena pandemia, quando mi espose questa idea Vittorio, io rimasi
inizialmente molto perplesso, dicevo no questa cosa ci espone troppo, avevo
per abitudine evitato un’eccessiva esposizione mediatica proprio perché, essen-
do io giornalista, ne conosco le insidie.
Avevo fatto un libro su mio padre, dedicato per a mio figlio, in forma epi-
stolare, in cui gli avevo un po’ raccontato quegli anni, perché lui non era nean-
che nato e quindi non sapeva niente e nel titolo c’è tutto, c’è “Non dimenticare,
non odiare”, cioè non ti far venire idee di vendette varie perché insomma lo
Stato democratico è tutt’altro che i terroristi che l’hanno attraversato. Per cui
credevo di aver già dato tutto, a questo punto mi ritiro in buon ordine e il 10
luglio facciamo una piccola messa a San Saturnino, la nostra parrocchia, e fini-
sce lì.
E invece Vittorio con Giovanni hanno detto, guarda però c’è un patrimo-
nio da valorizzare, un patrimonio di conoscenza, di carisma, di amore anche, e
da portare alla luce, e infatti poi progressivamente, ho capito che effettivamente
questa Fondazione sta servendo a qualcosa.

Questi incontri con le scuole, qui ci sono dei ragazzi che ringrazio, sono
una testimonianza stupenda. Siamo sicuri che stiamo facendo del bene a loro, e
loro dimostrano sicuramente gratitudine.

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