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             e parole, nude e fredde, ma piutto-
             sto a gettare le fondamenta per un
             nuovo  futuro.  Il  Presidente  Leone
             diceva, infatti, proprio in occasione
             del  sacrificio  di  Occorsio,  che  «La
             sua  memoria  diventi  stimolo  all’impegno
             di tutti i poteri ad agire con prontezza ed
             efficacia».
                  Ora,  se  ancora  vogliamo  vol-
             gere  lo  sguardo  al  passato,  allora
             non  dobbiamo  dimenticare  -  ed
             anzi dobbiamo sempre riaffermare
             con  forza  -  che  la  Repubblica  ha
             saputo fronteggiare la stagione cupa
             del  terrorismo  politico  e  mafioso
             anche  grazie  al  sacrificio  di
             Occorsio e di altri magistrati corag-
             giosi, sacrificio cui si è unito quello
             di altri servitori delle istituzioni, ma
             anche di avvocati, professori universitari, giornalisti. Il tessuto sociale e collet-
             tivo del Paese ha tenuto di fronte al pericolo per le libertà costituzionali.
                  Il momento della commemorazione non deve spingere alla contemplazio-
             ne di ciò che è stato e delle cause di quella crisi gravissima che - nel contesto
             internazionale dell’epoca - ha minacciato la Repubblica e travolto tante vite,
             spingendo così all’autodenigrazione e, in definitiva, all’immobilismo. Proprio la
             memoria  deve  invece  renderci  consapevoli  della  forza  che  ha  consentito
             all’Italia, con il concorso di tutte le articolazioni del suo sistema istituzionale, di
             uscire da quella crisi con la forza del diritto - affermato in primo luogo da tanti
             magistrati come Occorsio - e del consenso democratico.
                  Lo Stato ha vinto e il Paese tutto deve dare, proprio in queste occasioni
             della memoria, l’immagine corretta di sé: l’immagine orgogliosa di una demo-
             crazia che ha retto, di una democrazia che ha tenuto; l’immagine di un Paese
             credibile, nel quale il cittadino deve dunque poter riporre fiducia, innanzitutto
             in quel sistema-giustizia, che è stato messo a dura prova proprio da quei tragici
             accadimenti.
                  I magistrati sono caduti per rendere l’Italia libera da ogni potere criminale,
             con ciò rendendo anche la magistratura migliore, consapevole del proprio cru-
             ciale ruolo e dell’alto compito di tutela della legalità repubblicana.

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