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Indirizzo di saluto del Dottore Fabio Pinelli
                                                              (*)


                    Tra pochi giorni ricorrerà l’anniversario del barbaro assassinio di Vittorio
               Occorsio, avvenuto ormai 47 anni fa in un Paese e in un contesto molto diversi
               da quelli attuali.
                    Il Consiglio Superiore della Magistratura ha visto, nel corso dei decenni,
               tante commemorazioni di magistrati. Grande è stato, purtroppo, il tributo di
               sangue versato da questi servitori dello Stato caduti nell’adempimento del loro
               dovere.
                    Le commemorazioni si sono tenute in sedute straordinarie del Consiglio
               convocate d’urgenza sull’onda dello sdegno per l’enormità di quegli accadimen-
               ti oggi ormai lontani. Per ben 12 volte nella storia consiliare - dal 1971 per l’as-
               sassinio di Pietro Scaglione al tragico 1992, indelebilmente legato alla commos-
               sa memoria del sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino - i Presidenti
               della Repubblica sono intervenuti in quelle sedute testimoniando il loro cordo-
               glio e la vicinanza all’azione della magistratura.
                    L’uccisione di Occorsio ha spinto l’allora Presidente Giovanni Leone a
               ricordare, innanzi al Consiglio riunito e al Paese, il magistrato «caduto nella trincea
               della giustizia nella quale la magistratura, insieme alle forze dell’ordine, è in prima linea a
               proteggere la libertà e la vita dei cittadini, le istituzioni repubblicane». Era il 12 luglio
               1976, due giorni prima Occorsio, sostituto procuratore a Roma, era uscito di
               casa per andare al lavoro, ma purtroppo, falciato da una raffica di mitra dei ter-
               roristi, non sarebbe mai giunto in Procura.
                    Questa cerimonia - che ci vede qui per onorare insieme, ancora una volta,
               la figura di Occorsio - è significativamente titolata “Perché ricordare”.
                    Dunque, perché? A cosa serve il ricordo?
                    La  memoria  serve  sì  a  ricordare  il  grande  valore  delle  persone  cadute,
               serve sì per vivere di nuovo per un momento - anche se capace di far riaffiorare
               il dolore - la tragedia di chi ha sacrificato la propria vita per il bene di tutti noi;
               ma serve anche, devo sottolineare anche, per sbilanciarsi verso il futuro, con
               orgoglio e fiducia.
                    Quando il Consiglio Superiore convoca una seduta straordinaria per ricor-
               dare la figura di un magistrato ucciso, e questa si tiene alla presenza della più
               alta carica dello Stato, si crea una osmosi istituzionale e, con essa, un’empatia
               collettiva che non può essere volta ad innalzare un mero monumento di pietre


               (*)  Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.

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