Page 15 - Rassegna 2022-3
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DEMOCRAZIA DIGITALE E PATRIMONIO CULTURALE




                     In generale, contenuti audiovisivi vengono resi disponibili ogni giorno sul
               web dalla maggior parte dei siti culturali italiani anche oggi che i provvedimenti
               governativi hanno consentito, più o meno a tutti i siti culturali, di riaprire con
               tutte le limitazioni del caso a causa del pericolo ancora in corso.
                     Nonostante ciò, i danni al settore culturale sono stati ingenti.
                     Antonio Tarasco, dirigente del Ministero per i beni culturali, ha stimato per
               l’anno 2020 un danno pari a venti milioni di euro al mese per i musei statali.
                     Del resto, per l’anno 2019 gli incassi di sola biglietteria dei musei statali
               sono stati pari a 16,5 milioni di euro al mese secondo i dati Istat, cui vanno
               aggiunti  tutti  gli  incassi  accessori  legati  ai  servizi  di  bookshop,  merchandising e
               ristorazione che, ormai, tutti i musei statali offrono alla clientela. Il danno è par-
               ticolarmente ingente per i musei statali italiani il cui incasso è composto, per il
               novanta per cento, dalla biglietteria.
                     Per far fronte alla crisi, il decreto Cura Italia ha sospeso gli adempimenti
               fiscali e contributivi dei musei, prevedendo la cassa integrazione in deroga per
               tutti i lavoratori. Nonostante i numeri drammatici il settore ha risposto con
               grande creatività alle conseguenze della crisi, cercando di reinventarsi. La mag-
               gior parte dei lavoratori, fatta eccezione per gli addetti alla sorveglianza e alla
               manutenzione  delle  strutture,  ha  continuato  da  remoto  l’attività  di  ricerca,
               amministrazione, catalogazione e comunicazione dei contenuti .
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                     Paradossalmente, la chiusura forzata derivante dalla pandemia ha prodotto
               anche effetti positivi, se così si può dire: ci si riferisce alla rapida accelerata che è
               stata data alla digitalizzazione dei contenuti, settore nel quale il patrimonio cul-
               turale italiano, rispetto a quanto avviene nel resto d’Europa, è molto indietro.
                     Si tratta di un processo avviato negli ultimi anni che ha subito un’accele-
               razione proprio a seguito della chiusura forzata. Secondo l’Istat, nel 2018 solo
               il  dieci  per  cento  dei  musei  aveva  effettuato  la  catalogazione  informatizzata
               delle collezioni e dei beni digitali effettivamente posseduti.
                     La possibilità per il pubblico di fruire online di esperienze più personaliz-
               zate della realtà aumentata è oggi possibile in molti musei proprio grazie all’at-
               tività di digitalizzazione realizzata durante la chiusura forzata.
                     Inoltre, è aumentata in maniera significativa anche la comunicazione online:
               allo stato attuale, infatti, la metà dei musei possiede un sito internet ed è presente
               sui social media più diffusi .
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               (2)   Cfr. G. TANI, Musei digitali, la cultura reagisce all’emergenza coronavirus (ma l’impatto economico del
                     lockdown è pesante), in Icom. Istituto per la competitività, 10 aprile 2020.
               (3)   Cfr. G. TANI, Musei digitali, la cultura reagisce all’emergenza coronavirus (ma l’impatto economico del
                     lockdown è pesante), cit.

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