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DEMOCRAZIA DIGITALE E PATRIMONIO CULTURALE
In generale, contenuti audiovisivi vengono resi disponibili ogni giorno sul
web dalla maggior parte dei siti culturali italiani anche oggi che i provvedimenti
governativi hanno consentito, più o meno a tutti i siti culturali, di riaprire con
tutte le limitazioni del caso a causa del pericolo ancora in corso.
Nonostante ciò, i danni al settore culturale sono stati ingenti.
Antonio Tarasco, dirigente del Ministero per i beni culturali, ha stimato per
l’anno 2020 un danno pari a venti milioni di euro al mese per i musei statali.
Del resto, per l’anno 2019 gli incassi di sola biglietteria dei musei statali
sono stati pari a 16,5 milioni di euro al mese secondo i dati Istat, cui vanno
aggiunti tutti gli incassi accessori legati ai servizi di bookshop, merchandising e
ristorazione che, ormai, tutti i musei statali offrono alla clientela. Il danno è par-
ticolarmente ingente per i musei statali italiani il cui incasso è composto, per il
novanta per cento, dalla biglietteria.
Per far fronte alla crisi, il decreto Cura Italia ha sospeso gli adempimenti
fiscali e contributivi dei musei, prevedendo la cassa integrazione in deroga per
tutti i lavoratori. Nonostante i numeri drammatici il settore ha risposto con
grande creatività alle conseguenze della crisi, cercando di reinventarsi. La mag-
gior parte dei lavoratori, fatta eccezione per gli addetti alla sorveglianza e alla
manutenzione delle strutture, ha continuato da remoto l’attività di ricerca,
amministrazione, catalogazione e comunicazione dei contenuti .
(2)
Paradossalmente, la chiusura forzata derivante dalla pandemia ha prodotto
anche effetti positivi, se così si può dire: ci si riferisce alla rapida accelerata che è
stata data alla digitalizzazione dei contenuti, settore nel quale il patrimonio cul-
turale italiano, rispetto a quanto avviene nel resto d’Europa, è molto indietro.
Si tratta di un processo avviato negli ultimi anni che ha subito un’accele-
razione proprio a seguito della chiusura forzata. Secondo l’Istat, nel 2018 solo
il dieci per cento dei musei aveva effettuato la catalogazione informatizzata
delle collezioni e dei beni digitali effettivamente posseduti.
La possibilità per il pubblico di fruire online di esperienze più personaliz-
zate della realtà aumentata è oggi possibile in molti musei proprio grazie all’at-
tività di digitalizzazione realizzata durante la chiusura forzata.
Inoltre, è aumentata in maniera significativa anche la comunicazione online:
allo stato attuale, infatti, la metà dei musei possiede un sito internet ed è presente
sui social media più diffusi .
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(2) Cfr. G. TANI, Musei digitali, la cultura reagisce all’emergenza coronavirus (ma l’impatto economico del
lockdown è pesante), in Icom. Istituto per la competitività, 10 aprile 2020.
(3) Cfr. G. TANI, Musei digitali, la cultura reagisce all’emergenza coronavirus (ma l’impatto economico del
lockdown è pesante), cit.
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