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BISANZIO E LA SUA INTELLIGENCE
L’attività della diplomazia imperiale era estremamente variegata: dalla libe-
razione di ostaggi e prigionieri all’instaurazione di matrimoni inter-dinastici; la
spregiudicatezza della diplomazia imperiale sembrava però possedere un solo
fine ultimo: la salvaguardia dell’impero con ogni mezzo e fino almeno all’XI
secolo la diplomazia bizantina giocò la parte del leone sia in Oriente sia in
Occidente. Del resto se si prende una mappa del mondo tardo antico e poi
medievale si comprende come l’Impero Romano d’Oriente si sia sempre sentito
“accerchiato” da forze nemiche: prima i Persiani, poi gli Arabi, e in parallelo
una moltitudine di popoli barbari che da Est minacciavano costantemente le
frontiere.
Anche gli aspetti economico-produttivi erano d’interesse per gli imperato-
ri romani d’Oriente e quindi oggetto di una attività di Intelligence. In età giusti-
nianea (VI secolo), ad esempio, due monaci riescono a trafugare dal Celeste
Impero i bachi, dando inizio così alla produzione della seta. Dunque, da un’ope-
razione di Intelligence commerciale, come la trafugazione dei bachi da seta, si
ebbe l’effetto della creazione di una “industria” della seta che divenne uno dei
fattori di ricchezza economica dell’impero per secoli.
Non di meno la religione risultò utile strumento di Intelligence a vantaggio
dell’Impero, che non mancava di favorire e sponsorizzare missioni evangelizza-
trici oltre i confini dello stesso. Il caso delle missioni di Cirillo e Metodio che
convertono i popoli slavi (IX secolo) è eclatante. Cirillo e Metodio non solo
convertono, ma “donano” ai convertiti barbari un alfabeto - il cirillico - che è
modellato su quello greco dell’epoca e con ciò si fanno portatori non solo di
fede cristiana ma anche di cultura, col risultato che i popoli slavi vedano in
Costantinopoli un punto di riferimento religioso e culturale. La Russia si sentirà
a pieno titolo erede di Bisanzio e Mosca si considera, ancora oggi, come la
Terza Roma. La stessa ideologia imperiale bizantina verrà trasferita in Russia e
la dinastia Romanov, da Pietro il Grande a Nicola II, si sentirà l’erede naturale
e legittima degli imperatori romani d’Oriente.
Accanto a queste intense attività di Intelligence, che potremmo classificare
come moderne humint, Bisanzio sembra aver sviluppato anche ciò che noi oggi
chiamiamo sigint. Abbiamo testimonianza di una rete di “fari” (ossia segnali otti-
ci per comunicare le emergenze, in sostanza tale rete “semaforica”) installata tra
l’VIII e IX secolo; questo sistema aveva come sede di ricezione terminale il
palazzo imperiale.
In questo modo l’imperatore o chi per lui poteva essere informato in
tempi rapidissimi di eventuali problemi sulle frontiere ritenute più calde.
Questo sistema fu poi soppresso, forse per causa dell’eccessivo costo, nel IX
secolo, e non ci è dato sapere se sia stato poi ripreso.
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