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LA BONIFICA E MESSA IN SICUREZZA DEI SITI DI DISCARICA ABUSIVI OGGETTO DI PROCEDURA
D’INFRAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA. LA MISSIONE SVOLTA DALL’ARMA DEI CARABINIERI
6. deforestazione e furti di legna e di capi di bestiame (abigeato);
7. inquinamento transfrontaliero;
8. criticità nella gestione delle acque connesse ai sistemi irrigui e al dis-
sesto idrogeologico;
9. traffico illecito di rifiuti pericolosi e radioattivi;
10. smaltimento di rifiuti derivati da materiale hardware, da materie pla-
stiche e biomasse e di rifiuti speciali (“Terre dei fuochi”);
11. movimenti terra e prelievo di inerti dai fiumi;
12. traffico illecito dei cibi di scarsa qualità (contraffazione agroalimen-
tare) e con livelli sanitari critici;
13. traffico di legname con false certificazioni;
14. utilizzazione di manodopera illegale, caporalato, anche di origine
extra-nazionale in agricoltura;
15. intermediazione illegale nei mercati ortofrutticoli e in quelli dei pro-
dotti della pesca e della filiera dei trasporti degli alimenti;
16. traffico di sostanze ormonali per gli alimenti;
17. traffico di animali esotici e autoctoni;
18. infiltrazioni criminali nel ciclo del cemento e dei movimenti terra e
siti abusivamente realizzate e da regolarizzare;
20. infiltrazioni criminali nella gestione dei servizi di smaltimento dei rifiuti
solidi urbani e nella effettuazione della bonifica e della messa in sicurezza (RSU).
9. Le risorse Ambientali del Territorio “Operative Case”: Le discariche
abusive in infrazione UE
L’individuazione del warning e del warning problem è fondamentale, infatti, a
individuare la minaccia (warning) che l’errata o criminosa gestione della questio-
ne ambientale può avere nell’area di responsabilità operativa assegnata, equivale
poi a sviluppare (warning problem) e attivare gli assetti di ricerca e di qualificazione
informativa nell’area d’interesse, nonché le politiche d’azione per risolverla o
prevenirla.
➣ Warning: Negli anni Settanta e Ottanta con l’aumento della produzione
dei rifiuti e in mancanza di idonei approntamenti tecnologici molti responsabili
dei Comuni o di ditte produttrici di rifiuti hanno erroneamente e illegalmente
smaltito masse di rifiuti “per necessità” in aree rurali e lontane dai centri abitati,
quali gli alvei torrentizi scaricandoli dall’alto della sommità delle colline o
ammassandoli in cumuli lontani dalle zone di produzione degli stabilimenti. Tali
smaltimenti illegali hanno prodotto inquinamenti a volte anche di falde e hanno
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