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ATTUALITÀ E INFORMAZIONI



                  d. Clan Aparo-Trigila
                  Il clan esercita la sua influenza nella parte centro-meridionale della provin-
             cia.
                  La formazione riconducibile agli Aparo opera nell’area urbana di Siracusa,
             nonché nei comuni di Solarino, Floridia e Sortino; quella dei Trigila nell’estremo
             sud-est  dell’isola  nonché  nei  territori  di  Palazzolo  Acreide,  Noto,  Avola,
             Rosolini e Pachino. A Cassibile è presente il clan Linguanti; nel comprensorio
             di Avola il gruppo Crapula.
                  Si tratta di un’aggregazione criminale prettamente locale, priva di proiezio-
             ni internazionali, legata da alleanza al clan Santapaola di Catania e interessata
             alla sola provincia di Siracusa, attraverso il controllo di un clan federato con i
             Nardo.
                  Il clan Aparo è stato interessato dalle operazioni Xiridia, Tauro, Ducezio,
             Resa dei conti e Nemesi.


             10. Provincia di Ragusa
                  L’incidenza di fenomeni criminali di tipo mafioso si segnala soprattutto a
             Pozzallo e nel versante occidentale del territorio ibleo (Vittoria, Comiso, Acate),
             ove operano elementi del clan Dominante-Carbonaro, affiliato alla stidda, non-
             chè una cellula criminale di tipo mafioso denominata clan Piscopo.
                  Diverse attività d’indagine avrebbero messo in luce l’allentamento dei rap-
             porti del clan Piscopo con la famiglia di Cosa nostra di Gela (monopolizzata dal
             clan Emmanuello, e a sua volta legata ai Madonia e ai Santapaola) e il soprav-
             venuto rapporto di alleanza, assimilabile ad una federazione, con l’organizzazio-
             ne mafiosa attiva a Niscemi.
                  L’operazione Survivors (2017) ha individuato i nuovi punti di riferimento
             del clan Dominante-Carbonaro.


             11. Considerazioni conclusive
                  Per anni in Sicilia è stata combattuta contro lo Stato una vera e propria
             guerra non dichiarata, nella quale la sola Arma dei Carabinieri ha contato ottan-
             tuno Carabinieri caduti sul campo durante la lotta al banditismo e ventitré uccisi
             per mano mafiosa.
                  Se il biennio 1992-1993 ha costituito il culmine della violentissima rappre-
             saglia mafiosa contro le Istituzioni, esso ha rappresentato anche il punto di non
             ritorno: per la prima volta dal dopoguerra è stata finalmente messa in campo


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