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BANDIERA E NAZIONE



                          Bandiera e Nazione. L’articolo 12 della Costituzione

                    Il settantesimo anniversario della Costituzione, definitivamente approvata
               il 22 dicembre del 1947 ed entrata in vigore il 1° gennaio del 1948, non deve
               essere  celebrato  con  pompose  manifestazioni  retoriche.  Le  costituzioni,  se
               vogliono mantenere la loro capacità prescrittiva, sono realtà normative viventi,
               che devono essere costantemente alimentate dal consenso e dall’impegno dei
               cittadini.  Commemorarle  come  testimonianze  del  passato,  sia  pure  glorioso,
               non rende loro un buon servizio.
                    Quando la Casa editrice Carocci mi ha proposto di partecipare all’iniziati-
               va  di  ravvivare  la  conoscenza  della  Costituzione  pubblicando  dodici  piccoli
               volumi, uno per ciascuno dei primi articoli, dedicati ai “Principi fondamentali”,
               ho dunque aderito molto volentieri, visto che lo spirito del progetto era proprio
               quello del riavvicinamento dei cittadini alla Costituzione.
                    Ho scelto di scrivere sull’articolo 12, cioè sulla bandiera della Repubblica.
               Come si sa, alla bandiera la Costituzione dedica solo una dozzina di parole: “La
               bandiera  della  Repubblica  è  il  tricolore  italiano:  verde,  bianco  e  rosso,  a  tre
               bande verticali di eguali dimensioni”. Molto poco, dunque. Perché, allora, inte-
               ressarsi proprio di questo scarno dettato normativo, apparentemente immerite-
               vole di attenzione? Nel decidere di farlo, confesso, ha giuocato un piccolo ruolo
               l’idea della sfida, perché la dottrina costituzionalistica italiana si era occupata
               assai raramente del tema e valeva la pena di capire se ci fossero questioni ancora
               aperte e non sondate. La ragione essenziale, però, è stata un’altra: il discorso
               sulla bandiera si è sovente confuso con quello del nazionalismo ed era necessa-
               rio ricongiungerlo - invece - alla diversa e più feconda prospettiva che fu seguita
               dai Costituenti: quella del patriottismo.
                    I nostri Costituenti, infatti, sapevano bene che la Carta che andavano scri-
               vendo era chiamata a reggere un’Italia uscita da quel fascismo che aveva usato
               a piene mani l’arma della retorica nazionalistica per alimentare il consenso al
               regime. Non ebbero timore, però, di parlare di Patria, non ebbero timore di par-
               lare di Nazione. E non l’ebbero perché nella Costituzione manca qualunque
               accenno alla politica di potere, all’esigenza dell’espansione del nostro spazio
               vitale, a qualsivoglia ipotetica superiorità della stirpe italica. Il nostro tricolore,
               dunque, non allude alla potenza, ma alla libertà dell’Italia, come del resto aveva
               fatto già all’inizio della propria storia.
                    È infatti alla libertà d’Italia che mirarono i patrioti risorgimentali, quando
               il tricolore verde, bianco e rosso, fece la sua prima apparizione pubblica ufficiale
               il 6 novembre 1796, quale vessillo della Legione Lombarda; quando il 7 gennaio


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