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VITA DELLA SCUOLA



               ti  di  incontro  particolarmente  significativi,  con  un  reciproco  arricchimento
               umano e professionale.
                    Ad Essi ho cercato di trasmettere le esperienze di una lunga vita nell’Arma
               con i preziosi valori che l’Istituzione mi ha donato; da Loro ho ricevuto un gra-
               tificante e convinto ascolto, espressione dei sentimenti di giovani di solito ade-
               guatamente motivati, che - con l’eccezione di un esigua minoranza - fanno ben
               sperare per il futuro.
                    Spetta a noi Ufficiali, e qui mi rivolgo ai giovani Tenenti della Scuola, svi-
               luppare un’azione di comando sempre attenta, diligente, scrupolosa e convin-
               cente che, sostenuta dall’esempio e caratterizzata da quella serenità ed equità di
               trattamento indispensabile nella gestione delle risorse umane, deve consentire -
               per quanto possibile - di recuperare coloro che presentano significative carenze.
                    Dietro un uomo e una donna in divisa, ci sono famiglie, problemi, senti-
               menti, con criticità spesso gravi, legate, peraltro, anche a scelte di vita non sempre
               responsabili, riconducibili a profili caratteriali non sempre rispondenti alle esigen-
               ze istituzionali. Un vero “Comandante” deve, attraverso la conoscenza dei propri
               collaboratori ed il continuo dialogo, avere la capacità di coglierne e risolverne i
               problemi, di motivarli e orientarne diligentemente i comportamenti, di dare - in
               presenza di delicate situazioni familiari - una tangibile e costante vicinanza.
                    Per fare questo, bisogna stare sul territorio e vivere direttamente la realtà
               dei Reparti e dei militari, da seguire costantemente nei Loro comportamenti in
               servizio e nella vita privata.
                    A fronte di ciò, tutto il Personale deve operare con quel senso del dovere
               e di responsabilità che costituisce, giuridicamente e moralmente, il presupposto
               fondamentale della significativa scelta professionale effettuata: ai diritti si uni-
               scono  prioritariamente  quei  doveri  bene  enunciati  nella  sacra  formula  del
               Giuramento, da osservare puntualmente e con grande senso di responsabilità.
                    È giusto parlare di diritti, ma ponendo sempre al primo posto i doveri, un
               aspetto questo da rimarcare a quanti ancora non sono bene orientati.
                    Tutti dobbiamo avvertire la necessità di operare con lealtà, generosità e
               correttezza, evitando di seguire il pessimo esempio di chi persegue scopi diversi
               da quelli istituzionali, talvolta personali, guidato dall’egoismo e dall’arroganza,
               senza alcun rispetto per i sacrifici dei colleghi e delle loro famiglie.

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