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CAMBIO AL VERTICE DEL COMANDO DELLE SCUOLE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
A costoro occorre ricordare che l’Arma non ci appartiene!
Siamo noi che abbiamo avuto e abbiamo il privilegio di appartenere ad Essa!
E per questo dobbiamo rispettarla e impegnarci per esserne degni, nella
piena osservanza di quei valori - anche gerarchici - che ci sono stati tramandati
con sacrificio e che vanno salvaguardati ad ogni costo.
A fronte di ciò l’azione di comando deve tendere - soprattutto nelle
Scuole, ma non solo - a realizzare l’obiettivo della crescita professionale unita a
quella morale, da considerare prioritaria unitamente all’indispensabile sana edu-
cazione non sempre scontata ma che costituisce punto di partenza per qualsiasi
altra iniziativa!
Conseguentemente, l’azione di comando deve essere puntuale, scrupolo-
sa, efficace ed obiettiva espressione di immenso amore verso l’Istituzione, alla
quale abbiamo il dovere di donare ogni nostra energia con il solo orgoglio del-
l’appartenenza e con la fierezza di sentirci “Carabiniere”.
Equilibrio, serenità, equità, buonsenso e umiltà devono guidare il nostro
operato in ogni circostanza, ponendo alla sua base l’onestà e l’esempio…
Già! l’onestà e l’esempio, irrinunciabili per non perdere di credibilità e per
non smarrire il senso della nostra dignità!
Nei rapporti con le persone dobbiamo distinguerci per la correttezza dei
comportamenti, e con riferimento ai collaboratori - soprattutto con quelli poco
orientati al bene dall’Arma - va bandita la ricerca di facili e scontati consensi, o
peggio ancora di inaccettabili compromessi - certamente dannosi per
l’Istituzione - che offendono l’azione di Comando e con essa gli interessi di
carattere generale di cui la stessa deve essere pura espressione.
Soprattutto, i compromessi mortificano la nostra coscienza che, sono
certo, prima o poi ci presenterà il conto!
Dobbiamo avere la capacità e l’onestà morale di considerare il Personale
soltanto per quanto concretamente esprime in positivo, senza ricercare consen-
si in coloro che non solo non meritano alcuna attenzione ma talvolta vanno
anche perseguiti, per evitare di mortificare il sacrificio di quanti - la quasi totalità
- in silenzio operano per il solo bene dell’Arma.
All’occorrenza, si ha l’obbligo morale e giuridico di adottare i necessari
provvedimenti, non per punire, ma per educare.
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