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LA RIDUZIONE DEL RISCHIO DI DISASTRO: SPUNTI DI RIFLESSIONE


                  Rimandando a successivi approfondimenti l’esame degli aspetti economi-
             ci, qui si vuole richiamare l’attenzione sul fatto che eventi di straordinaria por-
             tata quali alluvioni, uragani, siccità, epidemie o terremoti, che ormai scandisco-
             no con preoccupante frequenza l’evoluzione del pianeta, presentano molteplici
             dimensioni di osservazione.
                  Accanto a quella individuale, i cui effetti si manifestano in tutta la loro tra-
             volgente portata all’esito di simili eventi, ve n’è una di tipo sociale, sovraordina-
             ta rispetto a tutte le altre, che riguarda l’agire umano rispetto all’ambiente, lo
             sfruttamento delle risorse disponibili, i modelli economici, etici e relazionali che
             caratterizzano  il  nostro  tempo  e  rispetto  ai  quali,  da  più  parti,  si  registrano
             ammonimenti e raccomandazioni ad adottare un rapido cambio di rotta per
             preservare la sopravvivenza e lo sviluppo sostenibile del nostro pianeta oggi
             sempre più perturbato dai comportamenti irrazionali dell’uomo sul fronte dello
             spreco di risorse, dell’occupazione selvaggia del suolo, dell’inquinamento ecc.
                  In altri termini, se da un lato si è chiamati a confrontarsi e porre rimedio
             alla devastazione provocata da eventi disastrosi e, in molti casi, imprevedibili,
             dall’altro esiste un fil rouge che mette in stretta correlazione l’agire umano, il veri-
             ficarsi di tali fenomeni e l’entità dei danni che possono provocare.
                  Ed è proprio rispetto a tale secondo ordine di problemi che occorre risve-
             gliare  le  coscienze  individuali  e  collettive  per  innestare,  in  sintonia  con
             l’Enciclica di Sua Santità Papa Francesco, il seme di una “ecologia integrale” capace
             di coniugare la dimensione umana e sociale con quella economico-finanziaria
             avuto riguardo al fitto sistema di interazioni e interdipendenze che legano le
             predette  dimensioni  e  che  incidono  sullo  prospettive  di  sviluppo  sostenibile
             delle comunità e dei territori.
                  A tali ultimi riferimenti generali ci si deve ispirare nella comune visione di
             Città , di inclusione e di cooperazione tra Paesi nell’attuazione delle strategie
             volte a ridurre il c.d. “rischio di disastro”.
                  Obiettivo ultimo di tali strategie è rendere le città e le popolazioni più resi-
             lienti e pronte ad affrontare le conseguenze di devastanti fenomeni naturali,
             attraverso un percorso - anche di natura culturale - volto a creare conoscenza e
             consapevolezza dei molteplici rischi e, allo stesso tempo, a rafforzare la capacità
             di reazione del tessuto urbano al manifestarsi di eventi calamitosi.

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