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2^ CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL’AMBIENTE
Basti pensare che il fenomeno climatico cosiddetto “El Nino” ha prodot-
to, nel periodo indicato, sé effetti devastanti in termini di siccità, piogge allu-
vionali, epidemie e, aspetto ben più grave, di perdita di vite umane. A risentire
maggiormente di tale fenomeno sono stati i paesi asiatici come Malesia,
Indonesia, Filippine, Thailandia così come l’India e nondimeno alcuni paesi
del continente africano tra cui il Kenya, la Costa d’Avorio, il Sudafrica e altri
ancora.
A causa dei gravi eventi climatici e dei disastri ambientali, soltanto nel
2015, sono state stimate in via prudenziale, oltre 90 milioni di persone colpite,
circa 23.000 vittime, più del doppio di quelle registrate l’anno precedente, con
danni economici stimati in circa 70 miliardi di dollari.
I dati appena richiamati assumono significato ancor più pessimistico se
integrati con quelli relativi al problema della cosiddetta “insicurezza alimentare”
che, stando ai rapporti del World Food Programme, rappresenta una condizio-
ne oggi avvertita da oltre 1 miliardo di persone sul pianeta, soprattutto in quelle
aree a maggior degrado ambientale, fortemente dipendenti dalle risorse agricole
e, pertanto, più esposte a possibili “bombe ambientali” (siccità, inondazione,
uragani).
Ulteriori conferme sulla gravità - e sulla percezione di essa - della situazio-
ne in atto emergono dalla consultazione dei principali Report stilati dalle
Organizzazioni internazionali. Valga, a titolo di esempio, quando riportato
nell’undicesimo Rapporto sui Rischi Globali del World Economic Forum che
certifica come, a seguito del sensibile incremento nel numero (e nell’intensità)
dei fenomeni catastrofici avvenuti negli ultimi anni, stia cambiando la percezio-
ne degli operatori economici su quei rischi che - se non presidiati - compromet-
tono la stabilità dei Paesi e, per questa via, influenzano le decisioni di investi-
mento e di localizzazione di imprese, istituzioni finanziarie, cittadini.
L’indagine, relativa all’anno 2016 conferma che, in proiezione nei prossimi 10
anni, i rischi globali maggiormente temuti da parte degli operatori economici
saranno quelli ambientali, sociali e umanitari (6)
(6) - Circa 800 questionari somministrati nell’ambito degli stakeholder della comunità WEF. A ciò
si aggiungono i risultati dei sondaggi cui si sono sottoposti oltre 13.000 manager provenienti
da ogni parte del mondo e operanti in diversi settori di business.
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