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STUDI GIURIDICO-PROFESSIONALI



                    I tombaroli non sono archeologi, per cui i loro scavi non sono in alcun
               modo rivolti alla ricerca scientifica, bensì alla lucrosa attività di ricerca e vendita
               clandestina di beni appartenenti al patrimonio della collettività.
                    come faceva notare Fabio Isman, “l’archeologia mira alla ricostruzione
               della storia, della presenza umana su un territorio, partendo da segni che questa
               vi ha lasciato; ai predatori non interessa affatto ricostruire, importa solo prele-
               vare, rapinare e, s’intende, vendere e guadagnare ”.
                                                              (2)
                    Detto ciò, appare evidente che il ritrovamento o il recupero di opere d’ar-
               te, in ambiente scientifico non può rappresentare una piena conquista, ma una
               “riconquista mutilata”. Il bene recuperato inevitabilmente risulterà avulso da
               quell’elemento imprescindibile della ricerca archeologica che è rappresentato
               dal contesto storico di ritrovamento .
                                                  (3)
                    oggi, infatti, la disciplina, divenuta nel corso del tempo scienza autonoma,
               si fonda su tre necessarie fasi: l’acquisizione dei dati attraverso la ricerca sul
               campo; l’ordinamento degli stessi attraverso confronti e classificazioni; la loro
               interpretazione per l’elaborazione di un quadro storico complessivo. ognuna di
               queste fasi non avrebbe valenza scientifica senza il supporto delle altre .
                                                                                    (4)
                    Daniele manacorda, docente in metodologia e tecnica della ricerca archeolo-
               gica, asserisce che “il vaso senza origine esposto in una vetrina conserva le sue pro-
               prietà materiali ed estetiche; ma ha perso tutte quelle (per noi invisibili e intangibili)
               che, come le valenze degli atomi, gli permettono di entrare in collegamento con
               altri elementi, e di dar vita a qualcosa di nuovo, a una nuova molecola di informa-
               zioni che può fornire un quadro più coerente e ricco della realtà storica ”.
                                                                                  (5)
                    altra considerazione aderente è quella che fa claudio Franzoni: “studiare
               i materiali, le tecniche esecutive, le funzioni, l’uso, l’abbandono e l’eventuale
               riuso dei manufatti permette di aprire orizzonti inattesi e ottenere informazioni

               (2) - Fabio Isman, I predatori dell’arte perduta, milano, skira, 2009.
               (3) - Durante il seminario svoltosi a roma nel mese di dicembre 2009, relativo alla discussione con esperti
                   internazionali di contrasto al traffico illecito di beni culturali, il prof. scovazzi ha richiamato l’atten-
                   zione sulla necessità di preservare il legame del bene culturale, al luogo in cui esso è stato prodotto.
               (4) - massimiliano croce, Rilevamenti topografici terrestri e marini a tutela dei beni archeologici nazionali, in
                   Informazioni della Difesa, n. 4/2014, ministero della Difesa smD, roma, 2014.
               (5) - Daniele  manacorDa,  Lezioni  di  archeologia,  laterza,  2008.  cfr.  anche  cabanes pierre,
                   Introduzione alla storia del mondo antico, roma, Donzelli, 2002.

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