Page 111 - La Grande Guerra dei Carabinieri
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             Gerusalemme 1919. Un Carabiniere del corpo di spedizione italiano
             posa davanti all’ingresso del Santo Sepolcro.



             pendenze dell’autorità consolare per la quale svolse ser-
             vizi di sicurezza alla sede, di corriere e di rappresentanza
             in occasione di celebrazioni ufficiali, nonché di guardia
             d’onore al Santo Sepolcro, rientrando in Italia soltanto
             nel marzo 1921.
                Sin dal 1916, il maggiore Cosma Manera fu inviato
             in Russia in qualità di membro della missione militare
             italiana per i prigionieri di guerra austro-ungarici cattu-
             rati sul fronte orientale e ritenuti appartenenti alle cosid-
             dette “terre irredente”. In tale periodo ebbe l’occasione
             di mettersi in mostra per le sue non comuni qualità, di-
             mostrandosi più che capace di operare in un Paese che
             stava per implodere. Tuttavia, fu tra il 1917 e il 1920 che
             l’ufficiale fu protagonista di una vicenda molto partico-
             lare. Aveva già alle spalle una lunga esperienza profes-
             sionale dopo aver assolto numerosi incarichi in Italia, in
             colonia e all’estero. In questa nuova fase del suo servizio
             da Carabiniere, Manera ebbe il compito decisivo di rin-
             tracciare e di riportare in Italia altri cosiddetti irredenti,
             i già prigionieri dei Russi in territorio immenso in preda   tiche estreme. Contemporaneamente fu anche nominato
             ad una drammatica guerra civile tra diverse fazioni. In-  addetto militare in Giappone con sede a Pechino. Nel
             credibilmente, riuscì a organizzare alcune operazioni di   1918, tornò a Vladivostok come capo della missione mi-
             rimpatrio da Arcangelo nel Mar Bianco, ma nel 1917 la   litare italiana con il compito di ricercare altri prigionieri
             rivoluzione bolscevica rese tutto più difficile. La respon-  di guerra, costituendo con questi la “Legione Redenta”
             sabilità era nelle sue mani e Manera non venne meno i   forte di 2000 unità, reparto combattente pronto ad essere
             propri doveri. Con infinite peripezie egli riuscì a condur-
             re dal campo russo di Kirsanov circa 4.800 prigionieri e   impiegato a tutela degli interessi italiani in quell’area geo-
             sbandati in Siberia e da lì a Pechino e presso la conces-  grafica. Non solo! Come numerosi documenti fotografici
                                                                 e relazioni dimostrano, egli riuscì a vestire, equipaggiare,
             sione italiana a Tien Tsin, affrontando condizioni clima-
                                                                 alloggiare e nutrire tutti questi uomini che erano soprav-
                                                                 vissuti a notevoli privazioni, portando a piena efficienza
                On the opposite page:Major Cosma Manera in photo with some
                subdued Italians. Note the use of civil clothing according to the   il reparto che aveva creato. La Legione ebbe anche un
                Russian fashion of the period.                   incarico di tutto rilievo: tra il 1918 e il 1919 garantì, per
                Jerusalem 1919. A Carabiniere of the Italian expedition poses in   quanto possibile, la percorribilità della linea ferroviaria
                front of the Holy Sepulchre entrance.
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