Page 29 - L’Arte di Sebastiano de Albertis
P. 29
29
gento al Valor Militare a convenzionalmente cele-
favore dell’Arma, evocano perfet- brativi aveva saputo esal-
tamente la fantasia quasi adolescen- tare i pittori più radicali ed
ziale d’un mondo di eroi senza paura assetati di nuove sperimentazioni,
che s’incarna, con fatale naturalezza, un artista come De Albertis non pote-
nell’ardore d’una corsa frenetica d’uomini e cavalli. va non distillare un’arte nuova nei temi e rivoluziona-
Lo stesso concitato entusiasmo, eternato in un me- ria nello stile, dove non c’era più spazio per la Bella
morabile fotogramma pittorico, si condenserà con sug- Maniera ma – anche sull’onda delle idealità libertarie
gestiva efficacia nella tela più celebre che l’artista mi- e democratiche che urgevano – solo per una visione
lanese Sebastiano De Albertis, allievo di Domenico e che rimuovesse cascami e strascichi retorici tardo ot-
Gerolamo Induno – pittori soldati al par di lui – sa- tocenteschi.
prà creare nel 1880, senza cadere nella prevedibile e Una pennellata liquida e filamentosa, rapida e
quasi inevitabile retorica della celebrazione, ritraendo quasi divisionista, che guarda purtuttavia anche ai te-
gli attimi d’inizio del galoppo in una cronaca di pol- mi modani e cittadini della pittura promossa dal movi-
vere, fumo d’artiglierie, pupille dilatate di cavalli alla mento milanese della Scapigliatura, che in letteratura
carica e pennellate insieme liquide e minute, memori e poesia aveva già fatto sentire la propria voce contro-
di quella nuova corrente della “Scapigliatura” milane- corrente e ostentatamente ribelle, ispirandosi alla nuo-
se, che non sono soltanto frutto di consumata sapien- va arte francese d’ispirazione borghese e dimessa.
za pittorica ma derivano dall’esperienza diretta di De Sebastiano De Albertis, fedele alla lezione di scru-
Albertis, che parteciperà attivamente come patriota al- polo documentario e d’attenzione assoluta al Vero dei
le Cinque Giornate di Milano e partirà volontario nel- suoi maestri ed ispiratori: i fratelli Domenico e Ge-
le tre Guerre d’Indipendenza, senza mancare alla Spe- rolamo Induno, e personalmente appassionato co-
dizione dei Mille. noscitore e ritrattista di cavalli e cavalieri, farà della
Dopo le innovative esperienze della Scuola di Bar- sua Carica di Pastrengo un paradigma d’immediatez-
bizon, che avevano indirizzato quelli che saranno i za e sapienza virtuosistica, fondendo realismo scaltri-
padri fondatori dell’Impressionismo, incantati dalle to e messaggio emotivo, idealismo patriottico e anali-
sorprendenti tele di Turner e Constable ammirate nel si dell’evento bellico come d’un grandioso fenomeno
1828 a Parigi, ad una pittura radicalmente sovversi- naturale, nel quale cavalieri e cavalli al galoppo, fumo
va ed antiaccademica, e le prime audaci esposizioni d’artiglieria e polvere vorticante divengono – una vol-
dei giovani impressionisti, destinati poi a percorrere ta per tutte – garanzia di verità storica e testimonianza
cammini fatalmente autonomi, ma soprattutto dopo le umana d’un evento epocale definitivamente sottratto
scelte dimesse e genialmente cronachistiche dei no- all’oblio della Storia e all’erosione della memoria.
stri Macchiaioli, la cui pittura a chiazze di colore chia-
ro e scuro giustapposte e il conseguente rifiuto di temi Vittorio Maria de Bonis