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LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI

















                        QUARTIERE CHIAIANO                                      QUARTIERE AVVOCATA
            La sera del 28 i carabinieri della Stazione di Chiaiano,  Il pomeriggio del 28 settembre, due automezzi tedeschi,
            informati che alcuni guastatori germanici intendevano   con a bordo alcuni soldati, dopo aver asportato tutto il
            distruggere  l’unico  ponte  che  collegava  la  rotabile  materiale  esistente  nel  calzaturificio  militare  di  vico
            tra i Camaldoli e il Vomero, decisero di approntare     Trone alla Salute nr. 6, si allontanavano. Giunti a largo
            una squadra di volontari per stroncare tempestivamente  Corigliano furono affrontati dal Maresciallo Maggiore
            l’attentato. Tre tedeschi, sopraggiunti con una moto-   Eugenio Frezzotti, comandante della Stazione Napoli
            carrozzetta,  aprirono  il  fuoco  contro  il  gruppo  di  Avvocata, il quale, alla testa dei suoi dipendenti e di
            insorti. Accolti a bombe a mano, desistettero dalla     numerosi patrioti da lui in precedenza provvisti di armi
            lotta,  volgendo  in  fuga,  dopo  aver  abbandonato  la  e munizioni, li accolse con un nutrito fuoco di moschetti
            motocarrozzetta,  resa  inservibile  dal  fuoco  degli  e bombe a mano. I tedeschi reagirono e ne nacque una
            insorti. Furono recuperati una testa di siluro di due-  violenta  lotta.  Il  Maresciallo  coordinò  l’azione  dei
            cento  chilogrammi  e  quattro  bidoni  di  tritolo.  Il  patrioti, correndo da un gruppo all’altro, attraversando
            ponte fu così liberato e il transito fu reso possibile ai  zone pericolosamente battute dal fuoco, per recarsi in
            gruppi di patrioti che operavano in quella zona.        caserma a prelevare le munizioni che gli insorti man
            Una particolare menzione merita il comportamento        mano esaurivano. Invitato a non esporsi, rispose: “O si
            del Maresciallo Mario Angrisani, della Stazione di      vince o si muore”. Il Vice Brigadiere Domenico Caputo,
            Teora, vicino Avellino. Il sottufficiale, dimesso il 12  che seguì costantemente il Frezzotti, aiutato dai Cara-
            settembre dall’ospedale militare con sessanta giorni    binieri Francesco Pascale, Rosario Cannizzo e Lorenzo
            di convalescenza, non potendo raggiungere la propria    Principato, allo scopo di snidare i tedeschi che avevano
            sede data la situazione, si era recato al comando di    trovato riparo dietro agli automezzi, si portò a distanza
            Legione  per  ricevere  ordini.  Le  sue  condizioni  di  ravvicinata  e,  con  lancio  di  bombe  a  mano  e  ben
            salute ne sconsigliarono, però, l’impiego in servizio,  aggiustato  tiro  di  fucile  mitragliatore  in  precedenza
            per cui fu lasciato libero di raggiungere Teora non     sottratti al nemico, riuscì a mettere in fuga i germanici
            appena possibile.                                       i quali si asserragliarono in una vecchia casa all’angolo
            Il giorno seguente, mentre si recava presso l’abitazione  dell’isolato “A” di via Duca Ferrante della Marra. Nello
            del  fratello,  fu  catturato  dai  tedeschi  e  condotto  a  stesso istante, i tre carabinieri, saliti sul terrazzo dello
            piedi a Fertilia e costretto ad assistere alla fucilazione  stabile, con il lancio di bombe a mano, costrinsero nuo-
            dei quattordici carabinieri della Stazione Napoli Porto  vamente i nemici a uscire allo scoperto e a fuggire, im-
            (vedi Notiziario Storico N. 3 Anno III, pag. 18). Ne    pedendo loro di unirsi ai commilitoni che, nel frattempo,
            fu così colpito che, riuscito a fuggire, decise di fermarsi  si erano rinchiusi nei magazzini del calzaturificio con il
            a Napoli e unirsi ai patrioti.                          proposito di farlo saltare in aria. Al termine di un’aspra
            Il 28 settembre, venuto a conoscenza che nel quartiere  lotta, i tedeschi dovettero retrocedere e lasciarono sul
            Vasto si stavano organizzando squadre di volontari      terreno diversi morti e numerosi feriti. Fra i patrioti ri-
            decisi a entrare in azione, si recò nei locali del 31°  masero colpiti a morte il Tenente dei Granatieri Carmine
            Reggimento  Fanteria  dove  sapeva  che  erano  state   Muselli e il civile Gennaro Iannuzzi. Le gesta eroiche
            sotterrate armi e munizioni, le prese, le distribuì ad  dei cinque militari impedirono ai tedeschi di far saltare
            alcuni giovani e scese in strada con loro.              il calzaturificio, e a salvare così la vita alle centinaia di



                                                               NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. SPECIALE ANNO VIII   63
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