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CRONACHE DI IERI













             sitivo territoriale e ritenne necessario proseguire con le  trasferimento nella provincia di Sondrio, che gli avrebbe
             stesse modalità operative che, fino ad allora, avevano  permesso di avvicinarsi alla propria famiglia. Le calorose
             caratterizzato le operazioni e portato alla cattura e sop-  dimostrazioni di riconoscenza e sostegno da parte degli
             pressione del Tiburzi. Incentivò la raccolta di informa-  abitanti lo spinsero a riconsiderare la decisione. Toccato
             zioni e predispose uno studio approfondito sugli uomini  da tanto affetto, l’Ufficiale decise di rimanere e conti-
             e sui luoghi frequentati dai briganti. Trascorse giorni e  nuare con determinazione la caccia al trio.
             notti  a  studiare  i  movimenti  del  trio.  Addirittura  si  Nel frattempo, Settimio Albertini, Settimio Menichetti
             inoltrò personalmente nelle campagne per esplorare il  di Santa Fiora e Antonio Ranucci di Grotte di Castro,
             territorio e raccogliere le opinioni di coloro che erano  residente a Sorano, continuarono imperterriti a seminare
             stati taglieggiati o avevano subito vendette. Per farlo, si  il terrore in tutta la bassa Toscana. Albertini e Meni-
             finse un ingegnere francese incaricato di condurre studi  chetti furono inseparabili sin dal giorno in cui, senza
             topografici. In altre occasioni si travestì – insieme al  conoscersi, si incontrarono casualmente tra le fitte mac-
             tenente Rizzoli e al sottotenente Tirindelli – da capraio  chie maremmane. La loro latitanza ebbe inizio nel 1894,
             per esplorare la Selva del Lamone e studiare meglio il  a seguito di una rapina culminata in un omicidio. Suc-
             territorio, così da pianificare i servizi necessari. Tuttavia,  cessivamente, si unì a loro Antonio Ranucci, un brigante
             Giacheri comprese che, per catturare al più presto i tre  con una lunga scia di crimini alle spalle. Contro di loro
             briganti, avrebbe avuto bisogno della fiducia degli abi-  pendevano numerosi processi presso i tribunali di Ci-
             tanti locali. Senza di essa, i briganti avrebbero conti-  vitavecchia, Viterbo, Grosseto e Siena. Per tutto il 1897,
             nuato ad agire indisturbati, proprio perché terrorizza-  in Maremma non si parlò d’altro che della caccia in-
             vano la popolazione sfiduciata e timorosa che preferiva  cessante che i carabinieri conducevano contro quei tre
             assecondare le loro richieste pur di evitare ritorsioni.  furfanti. Si soleva dire: “La lotta intrapresa dal Capitano
             Una testimonianza di affetto e stima da parte della po-  Giacheri non poteva finire che con la morte o dell’uno o
             polazione locale non tardò ad arrivare, manifestandosi  degli altri.” Il culmine delle malefatte del trio fu rag-
             quando  a  Giacheri  venne  prospettata  l’ipotesi  di  un  giunto nell’autunno di quell’anno.


               Nel frattempo, Settimio Albertini, Settimio


              Menichetti di Santa Fiora e Antonio Ranucci



             di Grotte di Castro, continuarono imperterriti


            a seminare il terrore in tutta la bassaToscana.


             La loro latitanza ebbe inizio nel 1894, a seguito



                      di una rapina culminata in un omicidio






             36 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO X
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