Page 25 - Notiziario 2025-1
P. 25

PAGINE DI STORIA













            vamente intercettati dai carabinieri in uno scontro durato  stati trattenuti nella Stazione Carabinieri di Niscemi.
            molte ore, nella notte, prima di dileguarsi.            Circa 4.000 persone accerchiarono l’edificio, tagliarono
            Il 16 febbraio si svolse un nuovo conflitto a fuoco con i  i fili di telegrafo e telefono e, dopo una lunga trattativa
            carabinieri di Caltagirone, e l’11 marzo venne avviata  fra l’esponente socialista Giovambattista Garziero e il
            una nuova offensiva da parte dello Stato. Affidata al co-  comandante, ottennero il rilascio dei fermati, condotti
            lonnello De Carli del 45° fanteria, che impiegò circa   in trionfo per l’abitato. La situazione a questo punto
            700 uomini per rastrellare il triangolo Biscari-Niscemi-  degenerò, la folla assaltò il municipio e un circolo ri-
            Caltagirone, appoggiati da due cannoni da 100/17 e 12   creativo frequentato da possidenti, saccheggiandoli e
            mortai da 81mm., si concluse col fermo di circa 200     devastandoli, e i quattro carabinieri in servizio in caserma
            persone, alcune delle quali arrestate, e al ritrovamento  non potettero far altro che sparare alcuni colpi a inutile
            di poche armi e munizioni.                              scopo intimidatorio dal terrazzo della caserma. Consi-
            A questo punto la Banda dei Niscemesi aveva interrotto  derato che i carabinieri non potessero reagire, i dimo-
            ogni attività con pretese politiche e tornò nell’alveo delle  stranti devastarono e saccheggiarono anche alcuni ma-
            sue normali – criminose – occupazioni, i separatisti che  gazzini di derrate, dandoli successivamente alle fiamme.
            si erano loro uniti si dileguarono e già il 16 marzo 1946  Ancorchè la banda “Canaluni” non avesse avuto parte
            l’Avila fu trovato morto, centrato da alcune pallottole e  in questo episodio, non potevano i suoi capi non perce-
            lasciato sulla strada che conduceva a Niscemi. Anche    pire la debolezza dello Stato e la rabbia della popolazione
            per lui si parlò di eliminazione da parte di complici, non  civile verso le istituzioni.
            si registrò alcun interesse serio da parte delle autorità di  Tuttavia proprio questo evento vide il mutare del vento
            venir a capo del suo omicidio, probabilmente causato    per i Niscemesi. Le ricerche ripresero serrate, anche con
            dai contrasti con il Russo. In effetti fu costui a pianificare  nuove forze, con lo Stato che – finalmente – sembrava
            e condurre gli attacchi più violenti all’Arma, e dimostrò  intenzionato a venire a capo della situazione di crisi. Il
            accortezza e cautela, riuscendo a lungo a non farsi sco-  31 agosto fu ucciso il bandito Giuseppe Lombardo e il
            prire come membro e capo della consorteria criminale.   22 ottobre il complice Luigi Cafiso, il 14 gennaio 1947
            L’Avila aveva invece un atteggiamento più sprezzante e  morì il figlio dell’Avila, Saro, e il 22 febbraio furono
            teatrale, ed era noto per congedarsi dalle vittime delle  uccisi tre personaggi di spessore della Banda – Salvatore
            sue rapine con un beffardo “Salutatemi i carabinieri!”.  Rizzo, Salvatore Spinello e Francesco Saporito – in un
            Per tale ragione, dopo Giuliano, era il bandito siciliano  conflitto a fuoco con carabinieri e guardie di Pubblica
            più ricercato, con una taglia di 500.000 lire, pubblicizzata  Sicurezza. Gli altri banditi vennero per lo più catturati e
            il 18 febbraio 1946.                                    condannati in gran parte all’ergastolo. Anche in questo
            Le salme dei Carabinieri di Feudo Nobile vennero sco-   caso uccisioni e catture furono, da una parte della stampa,
            perte quando il 23 maggio 1946 le Guardie di Pubblica   accreditate a Cosa Nostra, per cui oramai l’azione dei ban-
            Sicurezza arrestarono un componente della Banda, tale   diti costituiva un problema. Si disse infatti che i Niscemesi
            Milazzo, a seguito di una soffiata, mentre si recava dal-  fossero stati traditi in quanto le loro azioni avevano finito
            l’amante. Il malvivente raccontò i fatti e condusse il 27  per attirare eccessivamente l’attenzione delle forze del-
            successivo i carabinieri sul luogo del massacro.        l’ordine sull’area. Rimarrà così da risolvere – per lo Stato
            La guerra non era tuttavia terminata e l’11 luglio 1946  – un altro problema, costituito da Salvatore Giuliano, il
            vide ancora una caserma dell’Arma assediata e assalita  bandito di Montelepre, cui, sempre secondo alcune fonti,
            nel nisseno. Nella popolazione si sparse la voce che, dopo  Cosa Nostra avrebbe applicato la stessa ricetta.
            una manifestazione di protesta, alcuni contadini fossero                                     Carmelo Burgio



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO X  25
   20   21   22   23   24   25   26   27   28   29   30