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PAGINE DI STORIA




                                                                                Il Brigadiere



                                                                     Vincenzo Amenduni


            il campo di addestramento, ove erano presenti una ses-
            santina di uomini del G.R.I.S. (Gruppo Rivoluzionario       venne ucciso con i
            per l’Indipendenza della Sicilia), guidati da Concetto
            era presente una decina di membri della Banda dei Ni- Carabinieri Fiorentino
            Gallo, che aveva preso il posto del Canepa. Fra di essi


            scemesi, compresi il Russo, l’Avila e il figlio, non sempre
            accettati con favore dai separatisti animati da mera ideo-     Bonfiglio, Mario
            logia, che non gradivano mescolarsi con dei tagliagole.
            Giuliano dell’imminente offensiva delle forze regolari, Boscone, Emanuele
            Gallo era stato informato con un messaggio a mano da


            e il documento fu trovato al momento in cui venne per-
            quisito, dopo la cattura. Al termine dei combattimenti,        Greco, Giovanni
            conclusisi il giorno dopo, fra i Caduti vi era l’appuntato
            Giovani Cappello, di S. Croce Camerina, mentre 4 sol-       La Brocca, Vittorio
            dati dell’Esercito vennero feriti. Cadde un separatista
            mentre 5 furono feriti; fu inoltre ucciso per errore un     Levico, Pietro Lorìa
            contadino e furono catturati 4 separatisti, fra i quali il
            Gallo, stordito da una bomba a mano e neutralizzato da
            3 carabinieri. Fu proprio costui a testimoniare che non  e Mario Spampinato
            sempre le relazioni fra banditi e separatisti fossero state
            amichevoli, riferendo di alcuni conflitti a fuoco con morti
            e feriti fra i due alleati forzati, fra i quali quello del 22  in un casolare abbandonato ingaggiando uno scontro a
            giugno 1945 a Monte Soro, la cima più alta dei Nebrodi,  fuoco, ma terminate le munizioni dovettero arrendersi.
            fra un drappello dell’E.V.I.S. e la Banda Consoli, che  Disarmati, furono condotti alla loro caserma, per invitare
            commetteva estorsioni facendosi passare arbitrariamente  gli altri a cedere le armi. A Feudo Nobile erano rimasti
            per un gruppo separatista. Gli altri uomini di Gallo riu-  3 carabinieri, un quarto si era recato a Gela per lo scam-
            scirono a disperdersi nelle campagne.                   bioposta; assaliti intorno alle 13 da una cinquantina di
            Lo scontro vide un’immediata reazione da parte dei Ni-  banditi guidati forse dal Rizzo, terminate le munizioni,
            scemesi, che il 10 gennaio 1946 – 3 giorni dopo un assalto  anche gli altri carabinieri dovettero arrendersi. Lo sta-
            di Giuliano al presidio dell’Arma di Bellolampo – as-   bile fu saccheggiato e incendiato, quindi i banditi si al-
            saltarono la Stazione Carabinieri di Feudo Nobile, se-  lontanarono con gli 8 prigionieri, facendo perdere le
            questrandone 8 componenti. La struttura era ubicata     loro tracce. La stampa nazionale dette grande risalto
            nella piana di Gela, in una zona di vigneti, fra Vittoria,  all’episodio, e forte fu la preoccupazione delle autorità
            Niscemi e Gela, vulnerabile proprio per il suo isolamento.  preposte al mantenimento dell’ordine e della sicurezza
            La  comandava  il  Brigadiere  Vincenzo  Amenduni,      pubblica. Da parte del Comando Legione Carabinieri
            39enne, d’origine pugliese. L’assalto fu complesso, a di-  di Palermo fu anche tentato di infiltrare il Maresciallo
            mostrazione della forza e delle capacità dei criminali.  Giovanni Lo Bianco nelle fila dei malviventi. Presen-
            Furono prima assaliti da un cospicuo gruppo di banditi  tatosi ad un gruppo di Niscemesi – diverso da quello
            a cavallo 5 carabinieri, recatisi ad eseguire un sopralluogo  che deteneva i commilitoni – come don Peppino, affiliato
            a seguito di un furto di bestiame. I militari si rifugiarono  a Giuliano, rimase coi banditi ben 16 giorni, ma non



             22 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO X
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