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PAGINE DI STORIA


                MAGGIOR GENERALE
                  GIOVANNI SERPI








                                                                    delle condizioni attuali (...)”. La proposta fu accolta e in
                                                                    Sicilia venne destinato il Maggior Generale Giovanni
                                                                    Serpi. Il 6 marzo 1861, con l’istituzione della Legione
                                                                    Carabinieri Reali di Palermo, il Corpo fu assorbito nei
                                                                    Carabinieri Reali.
                                                                    A questo punto, il 1° luglio 1861, il Corpo dei Carabi-
                                                                    nieri Reali fu elevato ad Arma, con 13 legioni territoriali
                                                                    e una legione allievi. In luogo del Comando Generale
                                                                    venne istituita una “Comitato dell’Arma” con sede a To-
                                                                    rino. Si trattava di organo collegiale, con 5 membri, il
                                                                    più anziano dei quali ne era il presidente.
                                                                    L’infuriare del brigantaggio rese necessario un massiccio
                                                                    intervento del Regio Esercito, in quella che fu la prima
                                                                    esperienza di controguerriglia nazionale. Fra la fine del
                                                                    1862 e la metà del 1863 esso giunse a schierare più di
                                                                    105mila uomini, compresi 6353 carabinieri che costi-
                                                                    tuivano più di 1/3 della forza dell’Arma, cui dovevano
                                                                    essere aggiunti centinaia di guardie doganali, prede-
                                                                    cessori del personale della Guardia di Finanza, e mi-
                                                                    gliaia di componenti della Guardia Nazionale. L’Austria
            e culturali richiesti, piuttosto che un frettoloso assor-  ipotizzò un attacco a sorpresa per riconquistare le terre
            bimento di elementi che, per la leadership del tempo    perdute nel 1859, proprio per questo impegno militare
            del Corpo, costituiva solo una zavorra di scarsa qualità,  spropositato.  Inoltre  il  giovane  Regno  d’Italia  nella
            che avrebbe inquinato il tessuto connettivo dell’orga-  campagna del 1866, nota come 3a Guerra d’Indipen-
            nizzazione. Poco dopo ad Arnulfi fu attribuita la carica  denza, dovette fare a meno di parte delle unità del Re-
            d’Ispettore  dei  Carabinieri  Reali  per  le  5  legioni  di  gio Esercito, necessarie per contenere i briganti o rite-
            Napoli, Chieti, Bari, Salerno e Catanzaro, e fu sostan-  nute inaffidabili per l’elevata percentuale di sudditi delle
            zialmente il 1° comandante interregionale “Ogaden”.     regioni meridionali.
            Anche in Sicilia, peraltro, intervennero sostanziali cor-  Si trattò di conflitto controverso, in cui la storiografia
            rettivi. Il Corpo dei Carabinieri di Sicilia si presentava  ufficiale italiana esaltò il contegno del Regio Esercito,
            come una forza di polizia assolutamente disomogenea,    mentre la controstoriografia meridionalista ammantò
            parte con reclutamento locale – privo dei crismi sinora  di onore e pretese legittimiste e di difesa popolare tutto
            applicati ai CC.RR. – e parte costituita da effettivi in-  il comportamento dei briganti.
            viati da Torino. La prima poteva essere fedele a poten-  Al solito le verità assolute sono storicamente impro-
            tati locali o a ideologie repubblicane, la seconda esclu-  ponibili.  Errori,  crimini,  debolezze,  crudeltà  furono
            sivamente a casa Savoia. Per tale ragione nel dicembre  spartite in modo sostanzialmente paritetico. Divisero
            1860 fu proposto di destinare al comando della stessa   allora il neonato Regno d’Italia, e dividono ancora la
            un  ufficiale  generale  dei  Carabinieri  Reali  che, “(...)  mai realmente unificata Repubblica Italiana, afflitta da
            prendendo il comando dei due Corpi potrebbe fonderli, sot-  fratture, trasversali fra loro.
            toporli a eguale disciplina (...) e correggere le anormalità                                 Carmelo Burgio



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO IX  13
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