Page 32 - Notiziario Storico 2024-5
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PAGINE DI STORIA




                                                                                 Vari furono



                                                                           gli scontri armati


                  IL SACRIFICIO DEL CARABINIERE
                     A PIEDI GIOVANNI RUZZARIN                           che la Benemerita

            Il 1916 fu l’anno nel corso del quale il territorio Cliviese,  dovette affrontare
            per quanto lontano dal fronte di guerra, dovette piangere
            la morte in servizio di un giovane Carabiniere. La guerra
            in  corso  avrebbe,  infatti,  comportato  perdite  di  vite  con i contrabbandieri,
            umane anche lungo il “pacifico” confine svizzero, come
            ricordano Beppe e Peppino Galli, i quali, nel ricostruire     peraltro offrendo
            le cronache cliviesi del 1916, aggiungono che: «Per fatti
            d’armi non si moriva soltanto sul confine Italo-Austriaco,
            ma come ricordò don Gilberto anche su quello Italo-Sviz-        anche il proprio
            zero: “La sera del 4 giugno (domenica) alle ore 7 al Montesù
            flitto coi contrabbandieri venne ucciso il Carabiniere Ruz- contributo di sangue,
            verso i boschi delle Baragge – verso Gaggiolo – in un con-


            zarin Giovanni. Quantunque morto in territorio di Clivio
            venne per errore dell’autorità giudiziaria fatto trasportare  come accadde nel
            al Cimitero di Cantello e funerale a Ligurno”». Molto più
            dettagliata  lo  sarebbe  stata  la  cronaca  pubblicata  sul    corso del 1916,
            prima citato periodico “Il Finanziere”, dalla quale ap-
            prendiamo molti dei particolari dell’assurdo omicidio.        con l’omicidio del
            Ebbene, il tragico conflitto avvenne presso il Ponte di
            Clivio, una località, lungo la linea di confine, tutta cir-
            coscritta dalla tradizione “ramina” (la rete metallica di   Carabiniere a Piedi
            demarcazione), che correva, in alto, lungo la sponda de-
            stra del torrente, ad una distanza che varia dai cento ai    Giovanni Ruzzarin
            cento  cinquanta  metri.  Sulla  rete  metallica  venivano,
            allora, posti ad un’elevata altezza dei veri e propri cam-
            panellini d’allarme, i quali avevano lo scopo di attirare
            l’attenzione dei Finanzieri, in caso di attraversamento  contrabbando, però, non si poteva estirpare facilmente,
            clandestino o manomissione della stessa. In realtà, in  e ad ogni provvedimento adottato dalle Autorità era
            qualche punto, la linea, essendo difficilmente praticabile,  dato constatare che, a loro volta, i contrabbandieri esco-
            limitava di molto la vigilanza. Questa, proprio nel corso  gitassero  nuovi  stratagemmi,  onde  rendere  vani  tali
            dei primi mesi del 1916, era stata intensificata ancor   provvedimenti e riuscire così a portare a compimento
            più e a un triplice scopo: impedire che passassero in   le  proprie  malefatte.  Anche  se  vi  era  la  rete,  bastava
            Svizzera  generi  di  contrabbando  di  cui  era  vietata  buttare le bricolle al di sopra di essa, oppure procurare
            l’esportazione;  che  fossero  introdotti  in  Italia  merci  delicatamente dei tagli nella medesima, evitando ov-
            senza pagare le relative tasse, ma soprattutto impedire  viamente di far suonare i campanelli, ovvero, nella peg-
            la  fuga  nel  Paese  neutrale  dei  tanti  giovani  che  non  giore delle ipotesi, utilizzando i poveri “cani contrab-
            avevano alcuna intenzione di partire per la guerra. Il  bandieri”. La pratica di servizio, maturata dall’esperienza



            32 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO IX
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