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PAGINE DI STORIA
I fatti di Milano ebbero gravi ripercussioni
anche a Pavia, dove il 9 gennaio 1848, a causa
dello sciopero, alcuni studenti universitari per
aver reagito alle provocazioni dei soldati
austriaci subirono violenze e sciabolate. Gli
scontri, prolungatisi anche il giorno seguente,
causarono qualche morto e diversi feriti
Mameli, che dedicò alcune epigrafi alle vittime. Pochi cessivi, si unirono anche gli altri, in maggioranza li-
mesi prima il giovane poeta aveva composto il “Canto guri, compresi Goffredo Mameli, Nino Bixio ed i
degl’Italiani” che si diffuse rapidamente, intonandosi in futuri ministri Stefano Castagnola e Domenico Buffa.
quasi tutte le città e specialmente a Milano dove ormai Ai convenuti il passaggio sul ponte era però impedito
era prossima l’insurrezione. dai Carabinieri; l’altra sponda del canale era presidiata
dai soldati austriaci. Non era opportuno consentire vio-
lazioni di territorio e concedere pretesti al nemico per
ASSEMBRAMENTO AL GRAVELLONE
invadere il Piemonte, considerate le ingenti forze au-
Al primo annuncio dell’insurrezione Lombarda striache di stanza a Pavia. Sul posto giunse anche il co-
gruppi di patrioti partirono da Torino, Genova, Asti, mandante della Luogotenenza Carabinieri Reali di Vo-
Alessandria, Voghera, dirigendosi verso il confine. ghera, Leonardo Roissard de Bellet (futuro Comandante
Comitati insurrezionali sorsero in tutte le località Generale dell’Arma) per seguire direttamente la situa-
della frontiera pavese (a Mortara, Vigevano, Garlasco, zione e riferire superiormente.
Carbonara, Stradella e altre), radunando volontari e In quei giorni, così scriveva il giovane Luogotenente
recuperando armi da destinare a Gravellone di San nel rapporto destinato al Ministero della Guerra:
Martino Siccomario, che dal 19 marzo 1848 fu uno “Un assembramento di mille persone dei comuni di Garlasco,
dei principali punti di raccolta. Si radunarono a cen- Sommo, Zinasco e Carbonara il 19 andante si fece vedere
tinaia, con l’intento di superare il confine, far sollevare al luogo di Gravellone. Essi erano disarmati, avevano però
la città di Pavia e sostenere la rivolta milanese. a qualche distanza due carri d’armi da fuoco, disposti ad
I primi a giungere furono i lomellini, quelli dell’Ol- entrare in Pavia, quando colà vi fosse successo qualche mo-
trepò ed i lombardi fuoriusciti, ai quali, i giorni suc- vimento. I medesimi furono tranquillizzati dal Maresciallo
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IX 9