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PAGINE DI STORIA
l’8 aprile seguente avverrà il completamento dei ranghi.
Alla vigilia della guerra venne disposta la mobilita-
zione di 280 Carabinieri a cavallo, ordinati su tre
squadroni di guerra per la scorta al sovrano, e di altri
154 Carabinieri suddivisi in tre mezzi squadroni de-
stinati ai Corpi d’Armata.
Con decreto del 15 aprile 1848, Carlo Alberto destinò
il Maggiore Alessandro Negri di Sanfront al comando
dei tre squadroni di Carabinieri che costituivano la sua
scorta. A capo dei tre singoli squadroni erano stati
invece designati i capitani Carlo Augusto Brunetta
d’Usseaux, Luigi Incisa di Camerana e Angelo Bernar-
dino Morelli di Popolo. Nel secondo squadrone, del ca-
pitano Luigi Incisa di Camerana, era inquadrato anche
il sottotenente Tommaso Pelizza. Negli anni a seguire,
in periodi diversi, ritroveremo entrambi nel pavese.
Tanti carabinieri si distingueranno in battaglia e in par-
ticolare nella “Carica di Pastrengo”.
PRIMA GUERRA D’INDIPENDENZA
CAMPAGNA DEL 1849
SCONTRI A GRAVELLONE E LA CAVA
Dopo una prima fase favorevole all’armata di Carlo Al-
berto, il successivo ritiro delle truppe alleate del Gran-
ducato di Toscana, dello Stato della Chiesa e del Regno
delle Due Sicilie e i consistenti rinforzi pervenuti agli
Austriaci determinarono la pesante sconfitta di Custoza
(22-27 luglio 1848). Le truppe piemontesi furono così
costrette a ritirarsi, prima verso Milano e poi oltre il
MAGGIORE ALESSANDRO NEGRI DI SANFRONT
fiume Ticino. Il 9 agosto 1848 il generale Carlo Canera
di Salasco firmò l’armistizio con il maresciallo Radetzky:
l’Austria riprese il controllo dei territori del Lombardo Ve- gettare due ponti di barche sul fiume, paralleli al Ponte
neto ed i confini furono ripristinati sulla linea del Ticino, Coperto, iniziando il trasferimento di soldati verso il
del Gravellone e del Po. quartiere Borgo Ticino, che era ancora territorio au-
Il 20 marzo 1849, allo scadere dell’armistizio, Carlo striaco ma a poco più di un chilometro dalla frontiera
Alberto, alla testa delle truppe subalpine, riattraversò il del Gravellone.
confine del Ticino, dal ponte di Boffalora, spingendosi In terra piemontese, il confine dinanzi a Pavia era sor-
fino a Magenta, senza incontrare truppe nemiche. In vegliato dai Bersaglieri volontari lombardi del Maggiore
quel momento sorse il sospetto che l’armata di Radetzky Luciano Manara e da una formazione di Carabinieri,
era ad attendere oltre il fiume Adda oppure da Pavia capeggiata dal Luogotenente Tommaso Pelizza, il quale,
tentava d’invadere il Piemonte. reduce da Pastrengo, era stato destinato al comando
In effetti, gli austriaci avevano concentrato ingenti forze della Luogotenenza di Voghera, che aveva competenza
tra Pavia e Belgioioso. Quella mattina, Radetzky fece territoriale sull’area d’interesse.
14 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IX