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A PROPOSITO DI...















































                 STRALCIO DE LA RASSEGNA DI NOVARA DI COSTANTINO NIGRA


            dal tempo; i contorni sfumati, lo sguardo confidente in  L’ubbidienza, insieme al silenzio e all’umiltà, è qualcosa
            un avvenire per sé e per il nostro Paese. La divisa e il  che i carabinieri condividono con i monaci, cui sono,
            berretto,  segno  di  scelta  e  di  identità,  appartenenza  per certi versi, avvicinabili sotto il profilo materiale: gli
            consapevole  a  un  Corpo  più  grande,  cui  portare  il  spazi  chiusi  in  cui  si  organizza  la  vita  in  comune,
            proprio contributo di cellula pensante, senziente, ma   cenobita, la disciplina che razionalizza l’efficienza ope-
            anche ubbidiente.                                       rativa, il senso di servizio per una comunità senza la
            ‘Del  re  custodi  e  della  legge,  schiavi  sol  del  dover,  usi  quale diventa autoschediastico il proprio ruolo. Per chi,
            obbedir  tacendo  e  tacendo  morir’,  così  cantava  nella  come me, non appartiene a un corpo militare, né ad una
            ‘Rassegna di Novara’ il poeta Costantino Nigra imma-    congregazione religiosa, e dubita per definizione, convinta
            ginando la Vigilia dei Morti il corteo di anime dell’Ar-  della inconoscibilità della verità come insegnava Pirandello,
            mata  sarda  uscire  dai  sacelli  e  come  in  un  canto  di  cresciuta nei dettami di un ‘tu devi’ più etico-filosofico
            Ossian sfilare passati in rassegna da Carlo Alberto, an-  che gerarchico, la declinazione dell’ubbidienza incontra
            ch’egli come la vigilia della battaglia del 1849, uscito  la via tortuosa dell’atto di fede. Ogni gesto della nostra
            dalla  tomba.  Siamo  nel  1861.  Così  leggeva  fin  dal  vita,  in  effetti,  ubbidisce  a  norme  che  il  bambino
            primo giorno, appena giunto in caserma, ogni carabiniere:  apprende crescendo e che lo educano dall’istintualità
            ‘usi obbedir tacendo’ appunto. Quel motto che li consacrava  dell’inconscio che lo renderebbe inadatto alla vita sociale
            all’ubbidienza e alla morte nel silenzio fu poi sostituito  e  civile.  Il  semplice  atto  della  scrittura  ubbidisce  a
            da  ‘Nei  secoli  fedele’,  come  scrisse  Cenisio  Fusi,  nel  regole senza le quali il testo sarebbe incomprensibile e
            primo centenario della loro fondazione, il 1914.        quindi ermetico strumento di comunicazione.



            48 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IX
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