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A PROPOSITO DI...













                     uardo la foto di mio padre: un giovane
                     carabiniere che a neanche diciott’anni
            Gmise la firma, come si diceva, per ar-
            ruolarsi.  Era  appena  finita  la  guerra  e  un’altra,
            serpeggiante, ne iniziava. Fredda la chiamavano,
            ma  di  che  calore  ardeva  sotto  la  cenere  delle
            macerie ancora fumanti.
            L’Italia cercava di ritrovare la propria identità e
            l’Arma dava una mano, là dove e come poteva,
            offrendo un ideale a chi ne cercava uno.
            Per chi, come mio padre, veniva dalle campagne
            del  Piceno,  immagino  fosse  difficile  orientarsi
            nell’araba fenice della ricostruzione che coincideva
            per ragioni anagrafiche con la propria personale
            costruzione di un avvenire, di una scelta divergente
            rispetto alla tradizione che lo avrebbe collocato
            nel casellario di mezzadria atavica, lungo il fiume
            lento  che  attraversava  e  attraversa  le  terre  da
            sempre feudo papalino.
            Ignoro se la sua scelta fu orientata dalla consa-
            pevolezza  dei  due  anni  recenti  in  cui  l’Arma
            aveva contribuito alla liberazione del Paese dal
            nazifascismo  con  i  suoi  2.735  caduti  e  6.521
            feriti dopo l’armistizio di Badoglio dell’8 settembre
            del ’43, i 5.000 deportati che le valse la medaglia
            d’oro  al  valor  militare,  oltre  a  quella  d’argento
            per la resistenza operata nell’ambito della divisione
            italiana partigiani ‘Garibaldi’ nell’ex Jugoslavia.
            Chi  accede  al  monastero  di  Santa  Chiara,  a
            Napoli, dopo aver sostato nel chiostro maiolicato
            dove  splende  sempre  il  sole  e  la  vegetazione
            accoglie tra le panche invitanti il passeggero che
            ha bisogno di spiritualità o di pace, troverà alla
            sua sinistra, entrando, la tomba di Salvo d’Acquisto.
            Non serve ricordare chi fu e cosa fece il 23 set-
            tembre a Torre di Pietra o Torrimpietra o parlare
            dei 22 ostaggi che salvò addossandosi un attentato
            non commesso, ma piace vederne e riconoscerne
            un momento alto della storia collettiva, il simbolo
            di  che  cosa  fu  capace  di  fare  l’Italia  e  l’Arma



            46 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IX
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