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PAGINE DI STORIA





            Per quanto sovrani di un regno piccolo, stretto fra po-
            tenze di superiore caratura, sovente invaso e saccheg-
            giato, ai suoi re non mancava l’orgoglio e il desiderio di    Con il Congresso
            condurre – magari non sapendo come, ma ritenendone
            comunque l’ineluttabilità per scongiurare ulteriori in-                di Vienna
            vasioni – una politica di espansione nell’unica direzione
            possibile: la penisola italiana. Dal XVI secolo, col ritorno
            del Duca Emanuele Filiberto di Savoia Testa di Ferro,       e la Restaurazione
            generale dell’Impero e vincitore dei Francesi a S. Quin-
            tino il 10 agosto 1557, quella era stata la rotta tracciata.  era intendimento
            Dopo di lui sarà necessario più volte accordarsi e subire
            la prepotenza dell’ingombrante vicino, ma i Savoia una           delle principali
            strategia chiara l’avevano.
            Per tale motivo un re sabaudo difficilmente avrebbe
            ammesso di voler costituire nel proprio regno un’isti-       potenze europee
            tuzione che potesse ispirarsi all’esperienza francese.
            Le  stesse  uniformi  dell’Armata  Sarda  –  in  quegli            ripristinare la
            anni di lenta ripresa – ispiravano il loro taglio alle
            monture austriache.
            Ma un’altra ragione a sostegno della teoria che sto          situazione politica
            formulando potremmo individuarla in un’analisi delle
            istituzioni preposte alla gestione del servizio di po-         precedente alla
            lizia nel piccolo Regno.
            Al termine della Guerra di Successione Spagnola,
            col trattato di Utrecht del 1713 e la pace di Rastadt    Revolution Française
            del 1714, i Savoia avevano ottenuto la Sicilia e il ti-
            tolo di re. Il ritorno offensivo degli Spagnoli a partire
            dal 1° luglio 1718, aveva riacceso la contesa conti-
            nentale, al termine della quale, nel 1720, la Sicilia   e tumulti di rilievo come a Napoli e in Sicilia. Persino
            venne data all’Austria e la Sardegna divenne posse-     in Catalogna i Castigliani furono aggrediti, sovente con
            dimento del Duca di Savoia Vittorio Amedeo III,         successo, invece la classe dirigente e facoltosa sarda fu
            garantendogli comunque il titolo regio.                 sostanzialmente favorevole alla Corona iberica. I viceré
            La grande isola, per oltre tre secoli possedimento spa-  castigliani avevano funzioni meramente rappresentative
            gnolo, era spiritualmente, oltre che culturalmente, vicina  e se nelle città l’ordine pubblico era seguito e curato,
            alla Spagna. La lunga dominazione aveva determinato     nelle ville l’autorità principale era ancora quella baronale,
            una profonda integrazione nell’Impero, essa faceva capo  come testimonia l’elevato numero di pregoni con i quali
            al Consiglio d’Aragona e aveva forti legami giuridico-  si concedevano indulti, premi e sconti di pena per i bri-
            culturali con il paese egemone. I Sardi combattevano    ganti che si fossero costituiti o, come si direbbe ora,
            per il re di Spagna, e lo fecero sui campi di battaglia di  “pentiti”. Tali provvedimenti, peraltro, dimostrano una
            Fiandra, e persino per sedare le periodiche rivolte in  minor capacità del governo viceregio di estirpare il bri-
            Catalogna. Il radicato sentimento filo-spagnolo fu uno   gantaggio con le forze di polizia, anche per la sostanziale
            dei primi problemi che dovettero affrontare i nuovi pa-  integrazione fra briganti e nobili. I fenomeni criminali
            droni. In Sardegna, durante la dominazione iberica, non  isolani erano prevalentemente abigeato, omicidi, rapine,
            si verificarono fratture sociali tali da determinare rivolte  sequestri di persona e danneggiamenti per rappresaglia.



            34 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IX
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