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PAGINE DI STORIA



                  È dunque possibile che in quei concitati


              momenti ognuno abbia dibattuto la stessa



               urgente questione nei medesimi frangenti


                  e, in tal senso, ambiguità, sottointesi ed



               equivoci si siano sovrapposti venendo poi


                tradotti in narrazioni frutto della versione


                 dell’uno più o meno all’insaputa dell’altro





            Discorde  da  tutte  queste  versioni  è  il  racconto  del  l’insaputa dell’altro. Sta di fatto che, secondo il Colonello
            Questore Morazzini che in un articolo comparso il 5     Torella (“Il Tempo” del 30 gennaio 1955), nell’apprendere,
            febbraio 1955 su Il Tempo ascrive a sé l’iniziativa di  poi, che il duce era stato fermato all’interno di Villa Sa-
            aver indicato e scelto il modus operandi dell’arresto   voia, il Sovrano esplose in uno scatto di indignazione
            del duce mettendone al corrente Acquarone: «Nell’at-    apparendogli inaccettabile che un suo ospite fosse stato
            tesa snervante Acquarone chiamò Morazzini e, in un con-  arrestato nella casa del Re. Nel diario del Generale Pun-
            citato colloquio [Acquarone  –  ndA]  insistette affinché  toni, poi, rintracciamo la versione secondo cui il Re aveva
            l’arresto avvenisse fuori della Villa. Il funzionario [Mo-  autorizzato che il duce venisse fermato e portato in una
            razzini – ndA] confermò il suo punto di vista nettamente:  caserma alla fine dell’udienza e fuori della Villa. Solo,
            se si voleva evitare l’eventualità di un conflitto con la  come visto, a seguito delle insistenze di Aquarone, sol-
            scorta di Mussolini bisognava agire nell’interno della  lecitate da Cerica, il Sovrano si costrinse ad accettare
            villa. Acquarone alla fine si convinse».                l’idea che Mussolini fosse fermato all’interno della resi-
            E poi, proprio Acquarone, in una lettera indirizzata al  denza, condendo il suo avallo, peraltro provocato dal-
            Re datata 9 gennaio 1945, volle uscire dall’equivoco ri-  l’imminenza dell’arrivo del duce, con un «moto di stizza».
            volgendosi al monarca con schiettezza: «l’ordine di arresto  Anche di queste testimonianze, di certo di parte, ma
            di Mussolini fu dato da Vostra Maestà personalmente» (Zan-  non per questo da ritenere insincere, Bertoldi non pare
            grandi Ruggero, 1943: 25 luglio - 8 settembre, Feltrinelli,  tener conto sostenendo che, per nulla turbato, il Re fu
            1964) sebbene, come sopra ricordato, lo stesso Acquarone  «protagonista d’un atto disonorevole e vile, far arrestare il
            nel suo memoriale affermò che il Re e la Corte fossero   suo primo ministro nella sua casa, dov’era suo ospite, mediante
            all’oscuro di tutto (si può tuttavia ipotizzare che con  un tranello per prenderlo in trappola. Se ne dolse, sdegnata,
            questa dichiarazione il Ministro della Real Casa volle  la regina. Lui non batté ciglio».
            riferirsi alle fasi preparative ed organizzative dell’arresto).
            È  dunque  possibile  che  in  quei  concitati  momenti  È veramente sorprendente come gli accadimenti spesso
            ognuno abbia dibattuto la stessa urgente questione nei  siano narrati secondo versioni, non solo in parte per
            medesimi frangenti e, in tal senso, ambiguità, sottointesi  nulla coincidenti, ma completamente contraddittorie.
            ed equivoci si siano sovrapposti venendo poi tradotti in  Ne abbiamo avuta ampia dimostrazione in questo lavoro.
            narrazioni frutto della versione dell’uno più o meno al-  Fatti narrati in modo assolutamente discordante, anche



            22 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IX
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