Page 30 - Notiziario Storico 2023-4
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PAGINE DI STORIA




                                                                           Le sole Stazioni


                                                                             dell’Arma così



                  LA SITUAZIONE IN ETIOPIA DOPO                            come le piccole
                 LA PROCLAMAZIONE DELL’IMPERO

            Dopo l’occupazione di Harrar da parte delle truppe       Brigate della Finanza
            italiane  del  Generale  Rodolfo  Graziani  (8  maggio
            1936), la fine del conflitto e la conseguente procla-            non potevano
            mazione  dell’Impero  italiano  d’Etiopia  (9  maggio
            1936), i reparti combattenti dell’Arma dei Carabinieri
            Reali, così come quelli del Battaglione “E” della Regia   essere sufficienti ad
            Guardia di Finanza furono distribuiti sul territorio
            tradizionale servizio d’Istituto. Particolare attenzione assicurare la vigilanza
            appena conquistato, predisponendosi così per il loro

            fu posta nell’assicurare la vigilanza lungo la ferrovia
            Addis Abeba – Gibuti, unica linea che assicurava il             e la protezione
            collegamento tra l’Etiopia e l’Oceano Indiano (il noto
            mercé di vere e proprie bande di briganti. Peraltro, dell’importantissima
            Golfo di Aden), e per questo, purtroppo, da anni alla

            con l’inizio della stagione delle grandi piogge (mag-
            gio-giugno), le vie di comunicazione dell’Etiopia (in        arteria ferroviaria,
            verità si trattava di vere e proprie piste carovaniere)
            diventavano  impraticabili,  ragion  per  cui  anche  le       per non parlare
            truppe d’occupazione italiane, così come il personale
            civile che fu inviato nella nuova Colonia per compiti         della difesa degli
            istituzionali  potevano  essere  riforniti  o  comunque
            spostarsi solo attraverso la ferrovia di Gibuti. È chiaro
            che le sole Stazioni dell’Arma così come le piccole               stessi treni da
            Brigate della Finanza non potevano essere sufficienti
            ad assicurare la vigilanza e la protezione dell’impor-       eventuali attacchi
            tantissima  arteria  ferroviaria,  per  non  parlare  della
            difesa degli stessi treni da eventuali attacchi di ribelli
            o comunque di briganti. Per tale ragione furono in-
            stallati, lungo tutto il tracciato ferroviario, diversi Pre-  rappresentata dalla grossa banda che si era, nel frat-
            sidi militari, affidati a reparti del Regio Esercito, ov-  tempo,  formata  sulle  alture  circostanti,  al  comando
            vero ai reparti della Milizia Volontaria per la Sicurezza  del degiac Ficrè Mariam. Questi, dopo aver radunato
            Nazionale (MVSN). Già durante il mese di giugno         ed armato alcune migliaia di soldati abissini sbandati,
            del ‘36, la ferrovia fu esposta alle prime azioni di di-  ovvero ribelli armati (i c.d. “shiftà”), si diede da fare
            sturbo,  tentate  da  banditi  comuni,  mentre  fu  nella  per portare distruzione e morte fra gli “occupanti”,
            settimana che va dal 6 al 12 luglio che la linea iniziò  eseguendo di conseguenza una serie di attentati lungo
            ad essere colpita da una serie di gravi e cruenti attacchi  la stessa rete ferroviaria. Oltre alle rotaie divelte e al-
            da parte della guerriglia abissina, in quel frangente   l’interruzione  delle  linee  telefoniche  e  telegrafiche



            30 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO VIII
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