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PAGINE DI STORIA







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                     Vi sono ipotesi                                masto illeso, infatti, si sarebbe dovuto prodigare al pari
                                                                    del tenente colonnello Perretti nella ricerca di mezzi di
                 ancora da chiarire                                 soccorso dei caduti; sarebbe stato poi doveroso ricono-
                                                                    scere il ruolo avuto da tale militare, anche semplice-
                                                                    mente con l’attribuzione di una ricompensa di grado
                    perché si possa                                 inferiore a quella del Perretti, almeno un encomio so-

                                                                    lenne. Resta dunque una questione ancora da esplorare.
                 arrivare a definire,                               Ci  potrebbero  essere  ulteriori  elementi.  L’autista  era
                                                                    un militare dell’Arma? Considerando che molti Cara-
                                                                    binieri facevano parte di reparti mobilitati in Italia e
                     in modo certo                                  all’estero, sarebbe da verificare, ammesso che sia esistito,

                                                                    che l’autista possa essere stato messo a disposizione dal
                e documentato, se                                   Ministero della Guerra impiegando un militare a di-
                                                                    sposizione del Comando Militare di Roma che dispo-
                     vi fu un quarto                                neva di ordinanze e altri servizi speciali a favore delle
                                                                    autorità presenti nella Capitale. Nell’articolo “Un giorno
                                                                    da  non  dimenticare”  a  firma  del  Generale  di  Corpo
                 militare alla guida                                d’Armata Enzo Bernardini e del Brigadiere Capo Luigi
                                                                    Ferri (vedi Notiziario Storico N. 6 Anno I, p. 32) si

                    dell’autoveicolo                                parla di una Fiat 1100 targata Regio Esercito. Dunque,
                                                                    non si può escludere che alla guida non ci potesse essere
                                                                    un militare di un’altra Arma o Corpo distaccato per le
                                                                    esigenze logistiche del Comandante Generale. Infine,
                                                                    il piccolo dattiloscritto intestato Autocentro della Di-
            dimentoso temprati nelle prove di tre guerre accorreva du-  rezione Generale di Pubblica Sicurezza potrebbe avere
            rante l’incursione sui luoghi maggiormente colpiti”.    un ruolo nel chiarire come mai fu proprio un reparto
            Una seconda ipotesi nasce da una riflessione: c’è da chie-  della Pubblica Sicurezza e non un ente militare ad in-
            dersi se nonostante il bombardamento e la concitazione  tervenire e a recuperare il mezzo distrutto su cui viag-
            il Comandante Generale non avesse un suo autista a di-  giava il Comandante Generale. Non avrebbe senso ipo-
            sposizione. Se si ipotizza di si, allora si potrebbe ritenere  tizzare che il conduttore fosse una guardia di pubblica
            nella Fiat 1100 vi fossero quattro persone: il Generale  sicurezza che conduceva un mezzo targato Regio Eser-
            Hazon e il Colonnello Barengo seduti sui sedili poste-  cito, ma è necessario comunque verificare la questione
            riori, mentre il Tenente Colonnello Perretti e l’autista  del recupero delle armi a cura di quell’ente dell’Interno.
            anteriormente. Se ciò corrispondesse al vero, resta da  Dunque vi sono ipotesi ancora da chiarire perché si
            chiarire perché il nome e il grado dell’autista siano rimasti  possa arrivare a definire, in modo certo e documentato,
            ignoti tanto che nessun documento ufficiale ne riporta    se vi fu un quarto militare alla guida dell’autoveicolo
            una sia pure sfumata presenza. L’unica risposta che, al  che condusse incontro al loro destino il Comandante
            momento sembra ipotizzabile, vedrebbe l’autista mira-   Generale e il suo Capo di Stato Maggiore. Il nostro
            colosamente illeso, senza neanche un graffio. Certamente,  auspicio è che anche altri cultori possano ampliare le
            nell’immediato avrebbero avuto priorità le vittime e i  ricerche affinché, entro il centenario dell’evento, possa
            feriti di quel bombardamento, ma resterebbe da capire   ritenersi definitamente chiusa l’indagine sull’autista.
            perché non sia stato possibile individuare neppure un                            Flavio Carbone e Ciro Niglio



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO VIII  27
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