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A PROPOSITO DI...
Maria Calignano, e le disse che era stata la madrina di Era il 23 settembre
Salvo e aveva conservato le lettere. Ne è nato un libro
curato da un professore della Sapienza di Roma, Antonio 1943 a Torre di
Saccà, che le esaminò: “l’opera per metà parla della storia
dell’Arma e delle sue virtù, e per metà di Salvo D’Acquisto
che racchiude tali valori, che è eroe, ma esempio per l’intera Palidoro: i nazisti
società”. Alessandro si sofferma poi su un quadro: “Questa
monumento a Salvo a Palidoro eretto nel 1947: ‘Alla mamma rastrellano ventidue
è la Virgo Fidelis del 1949, è dello stesso autore del primo
di Salvo D’Acquisto che fu fedele e forte fino alla morte,
l’autore Giuliano Leonardi. Colonnello Carlo Perinetti.’. persone, ma fucilano
L’autore disse: “mi sono ispirato a Salvo”. E così fu anche
e li interrogò su cosa era successo. “Il colonnello Perinetti solo il Vice Brigadiere
per il monumento, perché visse veramente con gli ostaggi
è colui che riorganizzò i carabinieri dopo la presa di Roma.
Questa dedica ha un valore immenso”. Sulla parete anche che si consegna al
un gesso che riproduce il volto di Salvo con la corona di
alloro in testa. La madre Ines, di cui si trovano molte posto dei prigionieri.
lettere anche a generali dell’Arma e che si occupò
sempre del ricordo del figlio, “si portava le fotografie e le E di questa figura
medaglie sempre appresso”.
Ad Alessandro tutte queste celebrazioni fanno di certo
piacere, “cerco di andare a tutte le commemorazioni. Lo corrono gli ottanta
faccio per Salvo”. Ma vuole sottolineare che non amavano
tanta retorica: l’orgoglio di cui ha parlato non era anni dalla morte
smodato. E non li ha mai corrotti, non hanno mai
sfruttato la figura del fratello. “Abbiamo sempre concesso
che si facesse tutto su Salvo, film, pubblicità, ma senza fatto di far parte della società”. Alla domanda su che cosa
sfruttare niente, senza attingere a qualche cosa che non fosse farebbe se si ritrovasse da solo davanti a lui, risponde
spirituale”. In casa non si parlava mai del fratello. Ma “la commosso: “Io lo abbraccerei.”. Alessandro ha raccontato
sua figura, la sua persona, con il gesto così umano ed eroico di come Salvo sia stato un punto di incontro durante gli
per il quale viene sempre ricordato, ognuno di noi la vive. anni di piombo: “la sua figura, il suo valore, era il
Non c’è bisogno di parlarne, si sente, si percepisce; anche i riferimento per il ruolo dei carabinieri”. Il fratello si è sa-
miei nipoti la percepiscono. Diceva un filosofo, Benedetto crificato per tutti: “è sì la storia di un eroe, ma è esemplare
D’Acquisto, professore di filosofia che ha scritto tante opere: per l’intera società”. Secondo Alessandro alcuni non
‘una figura che condizioni tutti in senso positivo e negativo hanno capito a pieno l’opera di Salvo, nel senso che “c’è
è una cosa viva, una cosa sentita’. Non lo vedo eroe. L’unica qualche ricostruzione che non sta in piedi, la verità è tutta
cosa che posso dire è che quando si parlava dell’eroe a me racchiusa nella motivazione della medaglia d’oro”. La recita
dava un poco fastidio; lo vedevo come un uomo che ha a memoria: “Esempio luminoso di altruismo, spinto fino
sofferto”. “Vive sempre in noi, è qualcosa che ci sta sempre alla suprema rinunzia della vita sul luogo stesso del supplizio
vicino, come se fosse successa da poco. Siamo tutti molto dove per barbara rappresaglia era stato condotto dalle orde
sensibili e ci condiziona. L’affetto che si prova per lui è naziste insieme con ventidue ostaggi del territorio della sua
difficile spiegarlo, e senza volerlo siamo portati ad essere stazione pur essi innocenti non esitava a dichiararsi unico
anche troppo buoni, Salvo ci condiziona tutti, per il semplice responsabile d’un presunto attentato contro le forze armate
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO VIII 57