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A PROPOSITO DI...
Il suo sacrificio sepolto al mausoleo di Posillipo nella tomba dei caduti
per la patria, ma poi nel 1983 portato alla Basilica
volontario, una francescana di Santa Chiara per merito di un umile
francescano che si interessò alla traslazione. “Anche io
scelta di vita mi convinsi che doveva essere trasportato a Santa Chiara,
e dopo un esame di coscienza approfondito e doloroso
accettai”. Il Cardinale di Napoli Ursi ci tenne a porlo
coerente col proprio nella prima cappella a terra e non nella quarta, dove
ancora si sente un vuoto se si va a toccare con le
ideale cristiano ed nocche; da allora molti sono gli studenti e le persone
che vanno a trovarlo. “E successero tante cose che hanno
dell’incredibile, come se egli stesso volesse essere sepolto
umano:un ragazzo lì.”. Alla fine degli anni ’80 inizia il processo di cano-
nizzazione: “Santo è Colui che, per eccezionali virtù gode
che aveva compreso della visione beatifica di Dio e che, a differenza dell'eroe
che è protagonista della storia, interviene nella storia
secondo il progetto di Dio. Il sacrificio di Salvo acquista
il valore dell’esistenza col tempo un valore ed un significato sempre più pregnanti
e costituisce un simbolo al quale la nostra generazione
guarda con rispetto, ammirazione e speranza”.
Ci sono degli episodi che fanno riflettere: il primo ri-
tedesche affrontava così da solo impavido la morte imponendosi guarda “un giuramento che Salvo pretese davanti ad un
al rispetto dei suoi carnefici e scrivendo una nuova pagina quadro della Madonna del Buon Consiglio, che ancora
indelebile di puro eroismo nella storia gloriosa dell’arma”. oggi si trova nella Chiesa di San Gennaro al Vomero,
“Sono sicuro che l’esecuzione di Salvo non fu portata a dalla sorella Franca.” E il secondo riguarda sempre
termine da un plotone di esecuzione con scarica, ma l’ecce- Franca, la quale, mentre erano in attesa di partecipare
zionalità del suo gesto ha portato poi a un linguaggio adatto alla traslazione delle spoglie del Fratello alla Basilica
a leggende eroiche che anche i tempi richiedevano. Salvo si di Santa Chiara, disse: “...come sarebbe bello se, comparendo,
assunse la responsabilità dell’attentato salvando ventidue Salvo dicesse di essere vivo!”. Alessandro ritiene che da
vite umane e come diceva mia madre fu ‘strumento di Dio’, quando è iniziato il processo di canonizzazione ci sia
accettò la chiamata di quest’ultimo a partecipare alla vita stata una trasformazione in lui: “ho avuto la certezza,
divina o, come ebbe a dire un umile francescano che si anzi la percezione che la nostra fede è vera, se penso a tutte
interessò alla causa di canonizzazione, quel giorno ‘…Dio le cose che si sono poi verificate”.
attinse nel campo in cui aveva seminato…’ per confermare Su Salvo D’Acquisto si è già scritto e parlato molto,
attraverso Salvo il Nuovo Ordine della Salvezza”. Salvo era cosciente di ciò che faceva, la dignità la si vede
I ventidue ostaggi li hanno conosciuti tutti: “Abbiamo sul volto, il suo sacrificio volontario, una scelta di vita
sempre rispettato la volontà di mio fratello e se hanno avuto coerente col proprio ideale cristiano ed umano: un
bisogno di qualche cosa, abbiamo sempre provveduto”. ragazzo che aveva compreso il valore dell’esistenza, e
Il signor Alessandro mostra anche alcune lettere ancora per chi ha fede, la certezza che è vissuto dopo la
non consegnate alla Direzione dei Beni Storici e Docu- scomparsa dell’illusione della vita, in una vita che non
mentali dell’Arma che portano nei saluti “i sensi della può avere fine, che continua in eterno. Ricordarlo
commossa fierezza”; in una di esse è scritto che la salma attraverso il fratello Alessandro è servito a dare un’anima
sarà finalmente trasportata a Napoli come voleva la a tutta questa tremenda, semplice, esemplare storia.
madre: era il giugno 1946. Salvo veniva quindi prima Stefania Miccolis
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO VIII 59