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PAGINE DI STORIA





                      CARABINIERE IN TENUTA DI CASERMA DI FATICA (1822-1833)
                      TEMPERA  DI  ALESSANDRO  DEGAI  (MUSEO  STORICO
                      DELL’ARMA DEI CARABINIERI)


            La cravatta rimase nera per tutti, a girocollo, in trama
            di crini o in stoffa, sovrapposta ad un’altra bianca e di
            poco sporgente in modo da formare un bordino. Anche
            i guanti di pelle gialla scamosciata erano quelli del 1814.
            Esisteva anche un’Uniforme di Fatica, le Determina-
            zioni del 1833 ne parlano appena, indicando solo il ber-
            retto romboidale alla polacca e la giubba da stalla turchini
            per i militari a cavallo; ma si può desumere dalla parte
            generale riguardante le truppe di cavalleria. La giubba
            era quella turchina in tessuto di lana a maglia detto
            tricot del 1822  che, era precisato: avrà la forma stessa di
            un abito cui sieno recise le falde, con i due bottoni all’altezza
            dei reni. Anche i pantaloni invernali erano più o meno
            come i precedenti sciarivari di panno bigio chiaro con la
            parte interna in pelle nera, sottopiedi e bande laterali
            turchine, ciascuna ornata da quattordici bottoncini bian-
            chi d’osso; quelli estivi erano invece molto simili al mo-
            dello prescritto dal Regolamento del 30 giugno 1815,
            ossia di cotone bianco vergato a minute e folte righe tur-
            chine. Le differenze di grado si sostanziavano in galloni
            d’argento più o meno larghi o di lana bianca sui quattro
            lati del piatto romboidale del berretto, al centro del
            quale figurava una “rosetta” in argento o lana bianca.
            Gli ufficiali non potevano indossare questa tenuta e,
            pure se il documento non lo dice espressamente, nean-
            che i marescialli i quali tuttavia avevano il berretto di
            fatica polacco, da calzare sul sourtout. Diversamente da
            quanto  raffigurato  nei  disegni  del  famoso  Quinto
            Cenni, con questa tenuta non si potevano portare armi
            né uscire dalla caserma, ad eccezione dei militari co-
            mandati di spesa. I soprabiti restarono invariati rispetto
            alle  precedenti  prescrizioni:  mantello  turchino  scuro
            foderato di scarlatto con bavero alto rovesciato per gli
            ufficiali e per i militari a cavallo di ogni grado, i primi
            ed i marescialli avevano inoltre il colletto guarnito del
            rispettivo tipo di alamari; cappotto turchino scuro a
            doppiopetto  con  undici  bottoni  d’argento  per  parte,
            disposti a forma di corazza (ossia in due file man mano
            più vicine alla vita e più lontane al petto) per i militari
            a piedi, pure con alamari al collo solo per ufficiali, ai
            quali l’uso era facoltativo, e marescialli.



            42 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO VIII
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