Page 40 - Notiziario Storico 2023-3
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PAGINE DI STORIA








                          PICCOLA MONTURA

            Era composta dal sourtout, di taglio come l’abito ma    componenti, in particolare la falda che divenne dritta,
            senza finte tasche, con i risvolti turchini,  un solo alamaro  alzata o abbassata sulla fronte o di fianco, o sagomata
            al colletto nulla ai paramani. Uguali anche i pantaloni  in due, tre o addirittura quattro parti con altrettante
            così come le calzature per le quali però gli ufficiali usa-  punte o incavi. Tornando alle regolamentazioni del 1832
            vano speroni non d’argento ma in acciaio.  Spalline e   - 33: la falda restò divisa in due tese, con quella poste-
            cordelline per gli ufficiali, le sole spalline per i mara-  riore ben più alta, sparì il precedente bordo d’argento
            scialli, nulla gli altri militari.                      sostituito da uno in seta nera di grandezza diversa se-
            Il Regolamento del 1833 ci dice che veniva indossata    condo il grado, da calzare con ogni montura parallela-
            pe’ casi ordinari, e per quelli in cui non sia ammessa la gran  mente alla fronte, anche se gli ufficiali spesso lo porta-
            montura. Gli allievi carabinieri, che possedevano solo la  vano  “in  battaglia”,  ossia  obliquo  o  addirittura
            Piccola Montura, non portavano alcun ornamento ne-      perpendicolare alla fronte come l’attuale “feluca” rego-
            anche le bande rosse. Per quanto attiene alle insegne di  lamentata nel 1864, probabilmente per comodità del
            grado di brigadieri e appuntati sia sul vestito che sul  braccio destro nell’impartire gli ordini con il movimento
            sourtout, restò invariato quanto già prescritto nel 1822:  della sciabola. Sulla parte anteriore di quello degli uffi-
            un gallone d’argento bordato con pistagne (righelli di  ciali, quasi all’inizio delle tese, figurano due larghi nastri
            stoffa) rosse su ciascuna manica, di diversa larghezza   di seta nera e ai due angoli altrettante nappine in gro-
            secondo il grado, applicato diagonalmente dalla cucitura  vigliola d’argento estese anche ai marescialli capi; sul
            interna delle maniche stesse sopra il paramano a quella  cappietto in platina d’argento o argentato con disegnate
            esterna sotto il gomito. Il distintivo di Anziano constava  a rilievo settantotto piccole squame a tre festoni, sempre
            di un unico gallone d’argento di traverso nella parte   di varia ampiezza secondo il grado, al posto del prece-
            superiore del braccio sinistro. Gli ufficiali in attività co-  dente bottone in bronzo argentato apparve la granata,
            mandati di servizio dovevano cingere attorno alla vita  che l’iconografia ci descrive con bomba d’argento, mo-
            un po’ sopra i fianchi e annodata a sinistra la sciarpa di  nogramma reale e fiamma dorati per gli ufficiali e pro-
            nuovo modello cui abbiamo accennato: di tessuto in seta  babilmente senza monogramma per i marescialli capi,
            ed a maglia, di color turchino; la stessa che tuttora distin-  tutta d’argento per gli altri militari. Infine il pennacchio
            gue gli ufficiali delle Forze Armate in Grande Uniforme.   da portare con la Grande Montura, abbastanza simile
                                                                    all’attuale,  più  basso  e  folto  di  quello  in  uso  sin  dal
                                                                    1818, ebbe i colori che da quel momento divennero di-
                 CAPI COMUNI ALLE DUE MONTURE
                                                                    stintivi dell’Arma, con la parte inferiore turchina e quella
            Il famoso cappello da carabiniere a due punte, cono-    superiore scarlatta, a piume lunghe ricadenti tipo “salice
            sciuto anche con i nomignoli di “lucerna” e “incudine”  piangente” per gli ufficiali, corte per gli altri (Vedi No-
            per via della sua caratteristica forma, ispira ancora un  tiziario Storico N. 3 Anno I, pag. 66).
            certo fascino, probabilmente perché assomiglia a quello  Al  di  là  delle  interpretazioni  araldiche  più  o  meno
            caratteristico di Napoleone, o forse perché nell’imma-  fantasiose e aderenti, si tratta sostanzialmente dei co-
            ginario collettivo è divenuto il simbolo più identificativo  lori dinastici dei Savoia che Carlo Alberto volle con-
            dell’Arma dei Carabinieri. Le sue origini risalgono assai  cedere  ai “suoi”  Carabinieri  Reali  (del  re,  non  Regi
            lontano nel tempo; all’inizio era il copricapo da vian-  ossia del regno come tutte le altre Istituzioni), per sot-
            dante, con la calotta rotonda e una tesa circolare larga  tolinearne anche esteticamente il legame diretto con
            come il noto cappello da prete, raffigurato anche sui     la Corona, segno di particolare fiducia e meritato pri-
            vasi dell’antica Grecia. Poi il diverso uso e la moda lo  vilegio. Per proteggere il cappello dalle intemperie si
            hanno trasformato modellandone diversamente le sue      usava una copertura di tela cerata nera.



            40 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO VIII
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