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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA
LE FRECCE INDICANO LA RUGGINE PIÙ ATTIVA CARATTERIZZATA DA UN ROSSO PIÙ VIVO
buono ma pian piano asportano la ruggine. Al bisogno
uso anche della paglia d’acciaio ma mai una spazzola
dura. Dopo un po’ di lavoro si comincia ad intravedere
qualche risultato. Oltre la fuoriuscita di un punzone
dell’artigiano sotto la culatta, la cosa più evidente che
possiamo riscontrare è la forgiatura della canna.
Si tratta di un acciaio damasco a “pioggia” (vedi
Notiziario Storico N. 1 Anno IV, pag. 97) e avvolto a
spirale. Praticamente l’armaiolo forgiatore ha preparato
un acciaio damascato ripiegando la billetta incandescente
per almeno 6 volte e poi ne ha fatto un foglio e lo ha
arrotolato, partendo da un angolo, su una dima facendo
venire le spirali e saldando tutto a caldo. Non contento
ha provveduto ad inserire dei costoloni che viaggiano
lungo la canna probabilmente mettendo tutto in pressa.
Una vera e propria opera d’arte, l’artigiano sapeva il
fatto suo! Giunto a questi progressi bisogna non lasciarsi
prendere dalla fretta del risultato, ma c’è la necessità di
considerare il restauro come appena iniziato e continuare
a prestare moltissima attenzione. Le parti libere dalla LAVORAZIONE A “BULINO” RAFFIGURANTE MOTIVI FLOREALI
64 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO VII