Page 29 - Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri
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PAGINE DI STORIA





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                                                                    prime per ragioni di comprensibile valenza politica, gli
                                                                    altri per la difficoltà d’individuare nomi e ricostruirne
                                                                    le gesta, e per non toccare l’argomento “colonie”, anche
                                                                    questo politicamente sgradito. Oggi, forse, il trascorrere
                                                                    del tempo può consentire di ricordare senza retoriche
                                                                    e censure come si svolse l’intero evento. Sicuramente si
                                                                    ebbe un contegno di tutto rilievo da parte dell’Arma,
                                                                    inserita in un dispositivo in cui erano assolutamente
                                                                    prevalenti – in termini quantitativi – altre componenti.
                                                                    Ma se resistenza accanita vi fu, il merito va ascritto a
                                                                    tutte le unità ivi impegnate. In difesa non servono solo
                                                                    fucili, bombe a mano, mitragliatrici; nulla è possibile
                                                                    senza un supporto di fuoco a tiro curvo aderente e tem-
                                                                    pestivo, riserve agguerrite e ben orientate, concezione
                                                                    di comando avveduta e professionale. Non possono esi-
                                                                    stere Caduti di diverso valore.
                                                                    Senz’altro nazionali, zaptiè e ascari eritrei e etiopici si
                                                                    difesero con accanimento a Culqualber, anche per il ca-
                                                                    rattere di quella guerra, in cui gli avversari erano irre-
                                                                    golari e coloniali, poco disposti a catturare prigionieri e
                                                                    a rispettare il diritto bellico umanitario. Vi era comun-
                                                                    que chi vedeva nell’Africa la propria terra, e altri, infine,
                                                                    che ancora speravano che le sorti della guerra potessero
                                                                    capovolgere la situazione in Africa Orientale. Oggi, alla
                                                                    luce della conclusione disastrosa del conflitto per le no-
                                                                    stre armi, appare incredibile, ma dobbiamo operare uno
                                                                    sforzo e contestualizzare. In Europa l’Asse era ancora
                                                                    vincente, e così sembrava in Africa Settentrionale; non
                                                                    erano ancora entrati in guerra gli Stati Uniti, ove erano
            promosso capitano (dopo la guerra l’anzianità fu mo-    forti le spinte a mantenere un sostanziale isolazionismo.
            dificata in termini favorevoli, per merito di guerra, al 30  In una conferenza tenuta alla Scuola Ufficiali il Gene-
            giugno 1939) e catturato a Culqualber, al termine dei   rale Celi ricordò come avesse trascorso le notti in linea,
            combattimenti. Resse in seguito il comando della Le-    nella speranza di veder comparire all’orizzonte le truppe
            gione  di  Genova,  della VII  Brigata,  delle  Divisioni  italo-tedesche provenienti dall’Egitto strappato ai Bri-
            Ogaden e Pastrengo. Raggiunse il grado di generale di   tannici. Era quindi possibile immaginare che la Gran
            divisione, assumendo il 3 luglio 1968 l’incarico di Vice  Bretagna non sarebbe riuscita a resistere a lungo non
            Comandante Generale dell’Arma, andando in congedo       tanto sul piano militare, quanto su quello economico e
            il 21 giugno 1969.                                      del morale, ai colpi inferti dagli U-Boote al traffico com-
            Il comportamento del I Gruppo fu ricordato dal Bollet-  merciale in Oceano Atlantico. Ma il 7 dicembre di
            tino n. 538 del 22 novembre 1941 e alla Bandiera del-   quello stesso anno 1941 i giapponesi attaccarono Pearl
            l’Arma fu concessa la medaglia d’oro al valore militare.  Harbour, gli Stati Uniti scesero in campo e la storia
            Per l’Italia che usciva sconfitta dalla guerra era l’unico  prese una piega diversa.
            reparto in possesso di una propria “presentabilità”. Non                                      Carmelo Burgio



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO VII  29
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