Page 9 - Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri
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PAGINE DI STORIA
Il capillare dispositivo
territoriale dell’Arma più veritiera. Successivamente ebbero luogo “grandi
era necessario anche operazioni di polizia coloniale” portate avanti molto
duramente, che le autorità italiane motivavano con
per fornire una l’altrettanto crudele condotta del nemico. Per le truppe
coloniali al servizio italiano in genere la resa significava
protezione ai coloni la morte, per gli Etiopi – quando non subivano ana-
logo immediato castigo qualora catturati da reparti
indigeni – il trasferimento in campi di concentra-
emigrati in Africa mento o il confino in isole del Mar Rosso e di arci-
pelaghi minori italiani, in cui le condizioni di vita e
Orientale. Com’era detenzione non erano favorevoli. Inutile tentare di
attribuire un primato nelle responsabilità: la crudeltà
aveva contraddistinto i due contendenti da sempre.
accaduto in Eritrea, In campo italiano si distinguevano per tale condotta
le unità coloniali, delle quali si sfruttava l’odio di Eritrei
Libia e Somalia, fu e Somali, specie se musulmani, nei confronti dei cri-
stiani copti d’Etiopia.
Il capillare dispositivo territoriale dell’Arma era ne-
aperta una scuola cessario anche per fornire una protezione ai coloni
emigrati in Africa Orientale. Com’era accaduto in
per allievi zaptiè Eritrea, Libia e Somalia, fu aperta una scuola per zap-
tiè ad Addis Abeba, e già a metà giugno del 1936 i
primi etiopi iniziarono a prestare servizio nell’Arma.
Al 30 settembre 1936 già 200 erano stati assegnati
all’organizzazione territoriale e alle Sezioni delle bri-
esattamente il numero degli ordigni impiegati. In oc- gate indigene. Non era concepibile, al tempo, che nei
casione del ferimento del Viceré fu il Capitano dei reparti nazionali la polizia militare fosse affidata a
CC.RR. Mossuti a soccorrerlo e trasportarlo in ospe- personale coloniale. Il dispositivo ebbe a confrontarsi,
dale. In seguito il D’Alessandro, promosso tenente oltre che con la guerriglia, col brigantaggio, fenomeno
colonnello, comandò il II Gruppo mobilitato che nella endemico. Ad esempio: il 10 settembre 1937 un folto
2a Guerra Mondiale difese il ridotto dell’Amba Alagi gruppo di briganti assediò la casermetta di Abì Gher-
ov’era rifugiato il Viceré Amedeo Duca d’Aosta. Si bià, nel Beghemeder, della Legione Provvisoria
scatenò per tre giorni una caccia all’uomo: camicie CC.RR. dell’Amhara. Alle 10 e 30, i ribelli circonda-
nere e civili italiani vicini al regime, uniti ai soldati rono il fortino chiedendone l’abbandono e le armi.
libici, misero a ferro e fuoco i quartieri abitati dalla Alle 12 due capi di Bande locali, prima fedeli all’Italia,
popolazione locale. Graziani scrisse nelle sue memorie disertarono coi propri uomini: rimasero pochi nazio-
che i carabinieri intervennero per evitare che fosse nali e coloniali e il personale della Stazione, composto
appiccato il fuoco ai magazzini di un mercante in- dal Brigadiere Mairo, dai Carabinieri Pazzaglia e
diano, ammise oltre 1.000 morti fra gli Etiopi, che a Medda e da 7 zaptiè. Poco dopo iniziò l’attacco e na-
loro volta ne lamentarono 30.000. La stampa europea zionali e zaptiè resistettero per 7 ore, utilizzando
e statunitense parlò di 1.300-1.400 morti, cifra forse anche le bombe a mano. Alle 18 restavano pochi su-
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO VII 9