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PAGINE DI STORIA




                                                                            L’Arma schierò


            stenza.  Ogni  stratagemma  per  contrabbandarle  era un proprio comando



            valido: un sottufficiale dell’Arma ne scoprì nei feretri
            di un funerale, insospettito per l’eccessivo numero di      in Etiopia, in Addis
            partecipanti, mentre in altri casi vennero rinvenute
            armi in fascine di legna in vendita al mercato. In due       Abeba, a cui capo
            mesi di occupazione l’Arma sequestrò circa 300 fra
            mitragliatrici e fucili mitragliatori, 10.000 fucili e 30  venne posto l’allora
            quintali di munizioni.
            Graziani avviò una dissennata e feroce politica colo-
            niale che finì per alienare il favore anche di esponenti   Colonnello Azolino
            della nobiltà abissina che, inizialmente, avevano guar-
            dato con favore all’invasione, che li affrancava dal do-         Hazon, futuro
            minio delle etnie amhara e scioana. Non deve stupire
            tale frammentazione: l’impero etiopico, lungi dall’es-
            sere monolitico, era la risultante di campagne militari           Comandante
            che avevano visto nei secoli le popolazioni amhara e
            dello Scioa sottomettere le altre vicine, esercitando il          Generale dal
            potere con durezza soprattutto sulle etnie di religione
            musulmana.
            La resistenza etiope era assai attiva. Uno dei primi             23 febbraio al
            attacchi si verificò alle 17 del 6 luglio 1936, quando
            un convoglio ferroviario proveniente da Dire Daua e              19 luglio 1943
            diretto ad Addis Abeba venne attaccato da circa 5.000
            ribelli guidati dal degiacc Ficrè Mariam, alla stazione
            di Las Addas a 50 km. dalla capitale. Il degiacc fece
            togliere alcune decine di metri di binari dalla massic-  del 9, con l’arrivo del Gen. Gallina con circa 3.000
            ciata  per  bloccare  il  treno,  che  trasportava  militari  àscari.  Per  prevenire  tali  attacchi  furono  distribuite
            italiani, prigionieri etiopi e 25-30 carabinieri di scorta  lungo la linea alcune Stazioni carabinieri che dove-
            della 430a Sezione mobilitata, alcuni dei quali, come   vano  vivere  in  tenda,  mentre  a  Addis  Salem  venne
            il  Carabiniere Vigliotti,  caddero  sotto  il  fuoco.  Gli  costituita una Tenenza per coordinarle. Fu guerra ca-
            scontri si protrassero e solo a caro prezzo i reparti in-  ratterizzata da scarsissimo rispetto per prigionieri e
            viati il giorno seguente in soccorso riuscirono a trarre  feriti, e ambo le parti si accusarono di efferate crudeltà.
            in salvo il personale trasportato, che s’era portato a  Il 28 luglio ebbe luogo un attacco ad Addis Abeba,
            piedi al casello di Zalalaca. Gravi le perdite per coloro  nei cui dintorni si valutava un numero di ribelli oscil-
            che subirono l’imboscata e per i soccorritori: fra i 68  lante fra i 20 e i 40.000. La città aveva un perimetro
            caduti italiani vi erano 4 ufficiali, e ad essi dovevano  di 39 km. e era incontrollabile. I carabinieri operarono
            aggiungersi  –  feriti  –  37  nazionali e  1  indigeno.  Il  arresti in massa di adulti etiopi in quanto si temeva
            combattimento fu feroce: il Gen. Gioda, comandante      un’insurrezione, lo racconta il cronista Ciro Poggiali
            il reparto attaccato, dette ordine a tutti di conservare  in “Diario AOI-13 giugno 1936-4 ottobre 1937”. Negli
            una cartuccia per sé, onde non cadere vivi in mani      scontri si distinse il Car. Cesare Silvestri della 516a
            nemiche. La situazione venne risolta nel pomeriggio     Sezione  mobilitata,  ferito  gravemente  da  pallottola



            6 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO VII
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