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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA
di DANIELE MANCINELLI
acuba: spada tipica dei Tuareg, popolo nomade
del deserto del Sahara. La sua forma è di origine
Tbizantina tipicamente utilizzata dai crociati; si
presume sia rimasta in uso presso i guerrieri Tuareg, gli
“uomini blu”, così chiamati per il colore indaco delle
loro vesti, fino al secondo dopoguerra. È possibile
ritrovare lame di provenienza occidentale, anche molto
antiche, montate su impugnature nord africane. È da
notare che ai tempi del profeta Mohammed (VI sec.
d.c.) le spade islamiche erano per gran parte dritte e a
doppio taglio, forgiate in acciaio “di Damasco”. Solo in
seguito, intorno al XV secolo, furono soppiantate dalle
scimitarre e dalle “saif ” (vedi Notiziario Storico N. 6 ESPOSIZIONE DI ARMI BIANCHE AL MUSEO STORICO
Anno IV, pag. 72), quando si affermò la lama curva di
origine centro asiatica, che divenne la spada islamica Il codolo è sostenuto da un’impugnatura in legno,
per eccellenza. Naturalmente le lame dritte continuarono fasciato in un secondo momento con la pelle. La mani-
ad esistere e ad affiancare le scimitarre. Una rituale fattura richiama le lavorazioni asiatiche dell’Egitto e
spada dritta, appartenuta tradizionalmente ai primi della Mesopotamia. La base della lama è impreziosita
Califfi veniva usata nelle cerimonie di incoronazione da una damaschinatura in oro, praticata con la tecnica
dei Sultani Ottomani. Non c’è da stupirsi quindi se del Koftgari, o falsa agemina (vedi Notiziario Storico
tali modelli arrivino fino agli angoli più remoti del- N. 4 Anno I, pag. 88), che permetteva di fissare l’oro, o
l’impero ottomano, come, appunto, la Libia. l’argento, nelle scanalature di decoro. Il suo stile, la
La Tacuba, esemplare conservato presso il Museo finezza nella lavorazione e, soprattutto, la sua allocazione
Storico dell’Arma dei Carabinieri, è una grossa spada al momento del rinvenimento, porterebbero a supporre
berbera di fabbricazione artigianale rinvenuta dai Ca- che fosse una delle armi del Gran Senusso. C’è da dire
rabinieri Reali durante la guerra coloniale di riconquista però che in molte foto d’epoca il Gran Senusso è im-
della Libia. Il sito di rinvenimento è la tomba del Gran mortalato con una scimitarra, anch’essa impreziosita da
Senusso, nella città di Giarabud. L’arma bianca ricorda orpelli. La Tacuba in argomento è in ottimo stato di
vagamente gli spadoni a una mano e mezza che bran- conservazione; le opere di restauro sono state eseguite
divano i cavalieri crociati. La lama, ancora molto da personale dell’Arma altamente specializzato nei la-
tagliente su due lati, è arrotondata in punta e composta boratori del Museo Storico, a Roma.
di un ottimo acciaio ad alto contenuto di carbonio. Daniele Mancinelli
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO VII 61