Page 61 - Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri
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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA













                          di DANIELE MANCINELLI












                    acuba: spada tipica dei Tuareg, popolo nomade
                    del deserto del Sahara. La sua forma è di origine
            Tbizantina tipicamente utilizzata dai crociati; si
            presume sia rimasta in uso presso i guerrieri Tuareg, gli
            “uomini blu”,  così  chiamati  per  il  colore  indaco  delle
            loro  vesti,  fino  al  secondo  dopoguerra.  È possibile
            ritrovare lame di provenienza occidentale, anche molto
            antiche, montate su impugnature nord africane. È da
            notare che ai tempi del profeta Mohammed (VI sec.
            d.c.) le spade islamiche erano per gran parte dritte e a
            doppio taglio, forgiate in acciaio “di Damasco”. Solo in
            seguito, intorno al XV secolo, furono soppiantate dalle
            scimitarre e dalle “saif ” (vedi Notiziario Storico N. 6              ESPOSIZIONE DI ARMI BIANCHE AL MUSEO STORICO
            Anno IV, pag. 72), quando si affermò la lama curva di
            origine centro asiatica, che divenne la spada islamica  Il  codolo  è  sostenuto  da  un’impugnatura  in  legno,
            per eccellenza. Naturalmente le lame dritte continuarono  fasciato in un secondo momento con la pelle. La mani-
            ad esistere e ad affiancare le scimitarre. Una rituale  fattura richiama le lavorazioni asiatiche dell’Egitto e
            spada  dritta,  appartenuta  tradizionalmente  ai  primi  della Mesopotamia. La base della lama è impreziosita
            Califfi veniva usata nelle cerimonie di incoronazione   da una damaschinatura in oro, praticata con la tecnica
            dei Sultani Ottomani. Non c’è da stupirsi quindi se     del Koftgari, o falsa agemina (vedi Notiziario Storico
            tali modelli arrivino fino agli angoli più remoti del-  N. 4 Anno I, pag. 88), che permetteva di fissare l’oro, o
            l’impero ottomano, come, appunto, la Libia.             l’argento,  nelle  scanalature  di  decoro.    Il  suo  stile,  la
            La  Tacuba,  esemplare  conservato  presso  il  Museo   finezza nella lavorazione e, soprattutto, la sua allocazione
            Storico dell’Arma dei Carabinieri, è una grossa spada   al momento del rinvenimento, porterebbero a supporre
            berbera di fabbricazione artigianale rinvenuta dai Ca-  che fosse una delle armi del Gran Senusso. C’è da dire
            rabinieri Reali durante la guerra coloniale di riconquista  però che in molte foto d’epoca il Gran Senusso è im-
            della Libia. Il sito di rinvenimento è la tomba del Gran  mortalato con una scimitarra, anch’essa impreziosita da
            Senusso, nella città di Giarabud. L’arma bianca ricorda  orpelli. La Tacuba in argomento è in ottimo stato di
            vagamente gli spadoni a una mano e mezza che bran-      conservazione; le opere di restauro sono state eseguite
            divano  i  cavalieri  crociati.  La  lama,  ancora  molto  da personale dell’Arma altamente specializzato nei la-
            tagliente su due lati, è arrotondata in punta e composta  boratori del Museo Storico, a Roma.
            di un ottimo acciaio ad alto contenuto di carbonio.                                       Daniele Mancinelli



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO VII  61
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