Page 34 - Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri
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PAGINE DI STORIA




























                                                      APOTEOSI DELL’ARMA, ITALO CENNI

                                                  Italo, figlio d’arte

                Italo Cenni, nato dal matrimonio di Quinto con Eugenia Maurelli di Massa Carrara, nacque a Milano il 26
                ottobre 1874. Sull’esempio del padre, sin da giovanissimo si dedicò all’arte frequentando l’Accademia di Brera,
                al seguito di Vespasiano Bignami e Ludovico Pogliaghi. Inizialmente attratto da soggetti sacri, tanto da curare
                gli affreschi delle chiese di Crodo, in provincia di Novara, di Bedero Valcuvia e di Cadero, in provincia di Va-
                rese, ben presto, approdò ai soggetti storici e militari, pur non raggiungendo mai la freschezza e l’eleganza
                dello stile paterno: le sue figure furono spesso caratterizzate da tratti marcati, colori piatti e pose statiche. Al
                filone militare appartiene la sua opera più nota: Napoleone durante la campagna di Russia. Non mancò, tuttavia
                di dedicarsi anche alla realizzazione di paesaggi e scene di caccia, privilegiando, in particolare, la tecnica del-
                l’acquerello. Oltre alle collaborazioni col padre in alcune importanti pubblicazioni illustrate, insegnò per molti
                anni al Collegio Arcivescovile Fondazione Ambrosiana di cultura ed educazione cattolica di Saronno. Dal
                1898 collaborò anche al Giornale del Soldato, pubblicato dall’Esercito Italiano. Nel 1905 sposò Maria Cantù,
                dalla quale ebbe tre figli: Zenaide, scomparsa prematuramente, Franco ed Elisa. A testimonianza dell’impegno
                nel campo artistico-militare, l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito conserva un album incom-
                pleto a sua firma che raccoglie le uniformi militari italiane del periodo compreso tra il 1917 e il 1945 e un'altra
                raccolta di figurini di antiche divise piemontesi riferite a varie epoche, a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo,
                realizzate su fogli di carta da disegno piuttosto consistente che egli disegnò per definire un modello di come
                doveva essere, nei suoi intendimenti, la sua produzione uniformologica. Con i suoi figurini corredò il volume
                di Vittorio Giglio, Milizie ed eserciti d’Italia e quello di Ezio Viarana, Carlo Emanuele III di Savoia, entrambi
                editi da Ceschina a Milano (1912). Per la casa Vallardi realizzò sedici tavole con le uniformi dell’Esercito Ita-
                liano, pubblicate a Milano nel 1912, e numerosi soggetti militari commissionati da enti, istituti e privati sia
                italiani che stranieri. Nel 1914 pubblicò per i tipi della casa Vallardi L’Esercito Italiano, una raccolta di figurini
                militari, ricevendo anche importanti commissioni finalizzate alla illustrazione di libri di storia destinati alle
                scuole. Notevole fu la sua opera anche nel campo dei calendari e delle cartoline reggimentali, queste ultime
                pubblicate, per la maggior parte, dalla casa editrice F. Duval di Roma e Milano. I soggetti riproducevano, in
                genere, atti gloriosi dei reggimenti, le loro antiche uniformi e le loro bandiere. Notevole, al riguardo, è l’Apoteosi
                dell’Arma, realizzata, sul modello di quelle paterne, con la tecnica della tempera su cartoncino, e dedicata ai
                Carabinieri Reali, di cui Italo aveva riprodotto in un trionfo di colori tutte le uniformi storiche, a partire dalla
                fondazione, fino al 1939. Trasferitosi a Colmegna nel 1943, morì all’età di 81 anni, il 31 gennaio 1956.



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