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A PROPOSITO DI...


















                                                       di CARMELO BURGIO
















                       o sfortunato epilogo, il 1° marzo 1896 ad    truppe regolari ottomane e civili locali – sfuggiva alla
                       Adua, della prima avventura coloniale ita-   battaglia campale, privilegiava la guerriglia, resisteva as-
                       liana aveva convinto il governo di Roma ad   sai meglio dei nostri soldati alle inclemenze dell’am-
            L accontentarsi  di  Eritrea  e  Somalia,  esclu-       biente desertico e creava una situazione di costante in-
            dendo  un’ulteriore  espansione  verso  aree  di  maggior  sicurezza.  La  conquista  della  nuova  colonia  fu
            pregio. Più tardi tuttavia, nel 1911, il governo Giolitti  sicuramente la fase meno difficoltosa e dispendiosa di
            ne avviò una seconda, intervenendo questa volta sulle   questa nuova impresa coloniale, poiché fu necessario
            coste libiche, accanendosi sul grande malato, l’Impero  fare i conti, immediatamente dopo, con la rivolta soste-
            Ottomano, come del resto avevano già fatto la Gran      nuta  dalla Turchia  e,  con  lo  scoppio  della  Grande
            Bretagna con l’Egitto, la Russia con parte dei possedi-  Guerra, dalla Germania. Il Regio Esercito dovette affron-
            menti europei della Sublime Porta e i paesi della penisola  tare un conflitto non convenzionale di cui verrà a capo
            balcanica che stavano procedendo sulla strada dell’in-  solo negli anni Trenta del secolo scorso.
            dipendenza dopo secoli di dura dominazione.             Vi  era  l’errata  convinzione  che  la  popolazione  libica
            Questa campagna voleva anche tacitare gli insoddisfatti  avrebbe mantenuto un atteggiamento sostanzialmente
            ambienti dell’opposizione, irritati per la recente occu-  neutrale, se non favorevole all’invasione, come sostenuto
            pazione della Tunisia da parte della Francia, a fronte di  anche da giornalisti e osservatori esterni, con il «Corriere
            precedenti assicurazioni d’oltralpe con cui si era illuso  della Sera» che parlava di arabi che avrebbero accolto
            il Regno d’Italia che quel paese sarebbe stato lasciato a  gli italiani “con grande speranza e con la più grande fiducia”.
            sua disposizione. Per evitare d’incorrere in una sconfitta  Già a Homs, tuttavia, i locali sostennero l’attacco delle
            il governo impiegò stavolta le forze armate in maniera  truppe turche tra il 24 e il 28 ottobre, e stessa cosa ac-
            massiccia, agevolato dal fatto che le operazioni potessero  cadde negli stessi giorni nell’area di Tripoli, ove ebbe
            essere condotte a distanza assai breve dalla madrepatria.  luogo la sanguinosa insurrezione di Henni e Shara Shat,
            Il 2 ottobre 1911 la flotta italiana col corpo di spedizione  in cui il Regio Esercito subì dure perdite.
            si presentò nelle acque antistanti Tripoli, iniziò il can-  Si dovette rivedere radicalmente l’impostazione stra-
            noneggiamento e i marinai delle unità da sbarco presero  tegica e tattica del conflitto. Le forze italiane denun-
            terra il 3. Se le operazioni iniziali procedettero agevol-  ciavano  un’evidente  lentezza  e  le  forze  turco-arabe
            mente, presto sorsero le prime difficoltà. Il nemico –    condussero una serie continua di piccole azioni, mai



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VII  43
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