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PAGINE DI STORIA




                                                                    COMUNICAZIONE DELLA CONCLUSIONE
                                                                    DEL “PROCESSO DEGLI 88”




                                                                    sero ad arrestare, nell’aprile del ’44, uno studente, cui
                                                                    riuscirono a trovare, nella casa della cognata, un vero e
                                                                    proprio arsenale (tre mine, 14 tubi di gelatina, sei sac-
                                                                    chetti di balestite, un sacchetto di polvere nera, tredici
                                                                    bombe a mano, 11 metri di miccia con due inneschi).
                                                                    Dall’interrogatorio  del  giovane,  che  vuotò  il  sacco,  i
                                                                    Carabinieri compresero l’esistenza di una vera e propria
                                                                    organizzazione fascista con programmi di sabotaggio
                                                                    contro opere militari da mettere in atto in caso di ri-
                                                                    piegamento delle truppe alleate e avanzata di quelle
                                                                    tedesche. Il giovane fece diversi nomi di suoi sodali, in
                                                                    particolare fornì indicazioni sulle generalità di chi era
                                                                    a capo del suo gruppo. Anche quest’ultimo, in stato di
                                                                    arresto, decise di parlare e, pur minimizzando il proprio
                                                                    ruolo, consentì di individuare altri membri dell’orga-
                                                                    nizzazione e indicò nel mancato sabotaggio ad un ponte
                                                                    sito a Sambiase l’azione più eclatante che il gruppo
                                                                    avrebbe voluto compiere.
                                                                    Entrambi gli arrestati citarono un tenente di fanteria
                                                                    in congedo, fascista tutto d’un pezzo, originario di Pe-
                                                                    tronà, nell’entroterra catanzarese. Il suo coinvolgimento
                                                                    permise di intuire, ai Carabinieri che indagavano, che
                                                                    i gruppi di resistenza fascista non si limitavano all’area
                                                                    oggi lametina, ma a diverse parti della regione compreso
                                                                    il capoluogo. Inoltre la presenza dell’ex ufficiale e di
            a mano contro l’abitazione di un noto antifascista, Ve-  altri fascisti catanzaresi come confermarono i due ar-
            lidoro Montarello. A Nicastro venne usato dell’esplosivo  restati nei loro interrogatori, fecero ipotizzare alle au-
            contro la sezione del Partito Comunista e poi, in tre   torità che i gruppi calabresi facessero parte della più
            diverse circostanze e modalità, fu preso di mira il locale  ampia rete che il principe Valerio Pignatelli aveva or-
            liceo. Dapprima alcuni giovani avevano distrutto dei    ganizzato in diverse parti del Meridione d’Italia. Que-
            quadri raffiguranti Vittorio Emanuele III, poi, all’in-   st’ultimo  peraltro,  in  diverse  circostanze  era  venuto
            dirizzo dell’immobile, il 23 febbraio 1944, fu lanciata  nell’area catanzarese, giustificandosi con la presenza
            una bomba a mano ed infine, il successivo 10 marzo,      in loco di proprietà terriere ed interessi commerciali.
            ad essere presa di mira fu l’abitazione del preside. Che  Secondo  i  fermati  che  riportavano  le  dichiarazioni
            l’abitato di Nicastro fosse il centro nevralgico di un  dell’ex ufficiale, probabilmente ingigantite, l’organiz-
            gruppo, verosimilmente formato da giovani e giova-      zazione a Catanzaro avrebbe contato oltre 300 ade-
            nissimi locali, lo si dedusse anche da diverse manife-  renti, quasi tutti giovanissimi.
            stazioni ed episodi avvenuti nel centro quale l’apposi-  Il tenente in congedo li avrebbe anche informati che
            zione di fiori sulle tombe di soldati tedeschi.          la provincia di Catanzaro era stata divisa dai fascisti in
            I carabinieri di Sambiase, sulla base di accertamenti   quattro zone e li invitò a conservare la calma per evitare
            svolti per gli episodi avvenuti nel loro territorio, giun-  di allarmare i carabinieri. La provincia, aveva spiegato,



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VII  17
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