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PAGINE DI STORIA





            magari per una intera notte, in attesa di essere valutati.  Una delle stringenti
            Quindi una delle stringenti raccomandazioni fu che le
            red boxes alla fine dell’orario d’ufficio dovessero essere
            lasciate assolutamente vuote e non divenire depositi      raccomandazioni fu
            temporanei di carte. I documenti di particolare impor-
            tanza dovevano essere sempre custoditi in una cassa-       che le red boxesalla
            forte principale, con chiave e combinazione, da mettere
            nella stanza dell’Ambasciatore o in quella della Cancel-
            leria che non lasciava a desiderare, scriveva Vivian...          fine dell’orario
            peccato che gli italiani si approvvigionassero di docu-
            menti sensibili proprio da quella della Cancelleria in un   d’ufficio dovessero
            primo tempo e poi da quella dell’Ambasciatore (ritenuta
            la più sicura), di cui avevano copia delle chiavi e, evi-
            dentemente, della combinazione. Anche se non è docu-             essere lasciate
            mentato, ma è molto probabile che nel 1937 Talamo già
            avesse la disponibilità di quella della Cancelleria. In se-  assolutamente vuote
            guito, testimoniarono i suoi collaboratori, erano state
            acquisite  anche  quelle  della  piccola  cassaforte  nella      e non divenire
            stanza del Capo Missione.
            Per quanto riguardava le red boxes, inoltre, Vivian sta-
            bilì nelle sue raccomandazioni, che non potevano es-      depositi temporanei
            sere usate dal consigliere commerciale o dall’addetto
            stampa: meglio restringerne l’uso al consigliere poli-                   di carte.
            tico e al Capo Missione.
            Questi duplicati di chiavi, prima dell’8 settembre, fu-
            rono nascosti sottoterra e lì rimasero fino alla fine del        I documenti di
            conflitto, quando, dissotterrati da chi aveva provveduto,
            furono resi ai legittimi proprietari, anche se non più uti-          particolare
            lizzabili. In quei nascondigli sottoterra vi erano anche
            chiavi di altre legazioni straniere.
            Altro problema era costituito dalla presenza di telefoni            importanza
            dove si codificavano e decodificano i dispacci segreti.
            Ebbene, secondo Vivian, in quei locali non vi dovevano        dovevano essere
            essere  apparecchi telefonici che potevano contenere
            delle microspie atte a registrare le conversazioni nella   sempre custoditi in
            stanza. Le possibilità di fughe di notizie in questo caso
            erano altissime... lo sapevano bene gli inglesi che usa-
            vano proprio questo metodo a Malta contro gli italiani:          una cassaforte
            già dal 1930 il Console italiano Guglielmo Silenzi era
            successore, il marchese Ferrante. E spesso soprattutto il principale, con chiave
            sotto il controllo dell’intelligence inglese e così il suo

            Console Ferrante dettava egli stesso al segretario la
            chiave di codificazione del messaggio segreto in par-          e combinazione
            tenza, svelando quindi almeno in parte codici agli ‘ascol-



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO VI  11
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