Page 30 - Notiziario 2020-2
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PAGINE DI STORIA







                Particolarmente interessante il contenuto di una lettera inviata nel 1865 da Bergia, giovane Carabiniere
                in servizio in Abruzzo, al parroco di Paesana:


                È un peccato che queste popolazioni siano sempre dominate dalla superstizione. Il governo
                passato ha ridotto questa buona gente come tante macchine automatiche.
                Dicono di si o di no, a seconda dei casi e del volere più o meno autoritario di chi li inter-
                roga. Non già che essi manchino di coraggio e di forza di volontà, ma il terrore della
                schiavitù borbonica e dei briganti, è stato tanto possente che ci vorranno molti anni prima
                che essi si sollevino all’altezza di uomini liberi, come siamo stati avvezzi noi in Piemonte.
                Del resto essi sono tanto rispettosi, tanto obbedienti, che appena vedono una persona un
                po’ più elevata di posizione, gli uomini si levano il cappello mentre le donne fanno un gra-

                zioso inchino colla testa. Se poi uno capita nelle loro case, mettono sossopra ogni cosa
                pur di far piacere all’ospite. Imbandiscono buone mense e mettono mano ai migliori vini
                conservati in botti gigantesche. In queste popolazioni predomina moltissimo la supersti-
                zione. Credono che un brigante, più che uomo comune e volgare, sia uno spirito, un folletto
                capace di essere da per tutto in un tempo, e di scrutinare le azioni di chicchessia.
                La religione poi è intesa in una maniera molto differente che nel Piemonte. Se uno per ra-
                gioni anche plausibili qualche volta non si può confessare, o non può assistere a tutte le
                funzioni religiose, dicono che è uno scomunicato, ed è un vero diavolo uscito dall’inferno;
                e tutti lo schivano come la peste, sebbene egli sia la più buona ed onesta persona di questo

                mondo. Mi danno molto da pensare questi cani arrabbiati di briganti, che hanno seminato
                il terrore e lo spavento in queste contrade!
                Io però sono felice quando m’incontro con loro; e poiché credo di difendere una causa
                giusta, ogni qualvolta che ne arresto, ferisco o uccido qualcuno mi sento lieto e felice. Oh!
                Se sapesse le orribili sevizie che fanno alla povera gente che capita nelle loro mani, inor-
                ridirebbe! Le ha detto mamma che io sono stato decorato della medaglia al valor militare?
                Io rammento sempre i suoi buoni consigli e li porrò in effetto, come pure non dimenticherò
                mai le raccomandazioni di quel buon signore inglese che incontrai con Giacomo sulle alpi,
                la prima volta che andammo in Francia.
                Mi saluti tanto i miei buoni genitori e tutti di famiglia, e pregando lei mandarmi la sua
                santa benedizione, non dimentichi di pregare iddio qualche volta per me, che posso morire

                da un momento all’altro in qualche scontro con questi bruti. Baciandole affettuosamente
                la mano mi creda sempre.

                Pettorano 15 febbraio 1865
                                                                                        Suo dev.mo servo
                                                                         Chiaffredo Bergia, carabiniere a piedi






            30 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO V
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